Testimonianze dall’esperienza “Scuola Bottega”
Posted at 02:57h in Storie 0 Commenti“Per me Scuola Bottega è come una famiglia” scrive Ramy sulla lavagna a fine anno. Una frase che commuove tutti noi, che sappiamo quanto è stato duro per lui e i suoi compagni tornare sui banchi di scuola e scommettere nuovamente su se stessi. Ma quest’anno, ce l’ha fatta.
L’obiettivo di base del progetto Scuola Bottega è il conseguimento della licenza media per ragazzi a rischio di dispersione scolastica. Per il secondo anno consecutivo, nell’ultima edizione tutti gli ammessi agli esami sono stati promossi! 1 su 4 è stato promosso con il voto del sette, mentre in un caso il voto finale è stato addirittura un otto: per ragazzi che a settembre dell’anno precedente erano dati per “persi”, questi non sono solo numeri ma veri e propri innesti di fiducia e occasione per ripartire con slancio.
Renato, al termine degli esami, ci dice “per me Scuola Bottega è stata un’occasione per lasciarsi indietro gli anni passati” e il suo compagno Matteo aggiunge: “è un progetto che spero faccia anche altra gente e che continui col tempo, perché è un’esperienza di vita”.
Ogni anno vengono formate due classi: classe junior (14-15 anni) e classe senior (16-17 anni). Il programma alterna lezioni, laboratori manuali, sport e orientamento al lavoro con tirocinio formativo.
Uno dei principali punti di forza del progetto è proprio l’esperienza “di bottega”, che li aiuta a crescere, a diventare più responsabili, ad organizzare il proprio tempo per portare a termine i compiti assegnati. Silvia, coordinatrice del progetto, sintetizza: “non si tratta soltanto di far arrivare alla licenza media i nostri ragazzi, ma di favorire un processo di vera e propria integrazione sociale”.
In particolare, per chi arriva in Italia con viaggi di fortuna, l’inserimento lavorativo segna proprio un punto di svolta. Quest’anno (2015/2016) tutti gli alunni della classe senior erano stranieri, nel 79% dei casi minori stranieri non accompagnati. Condividono dunque le stesse speranze: trovare un lavoro che possa aiutare anche la famiglia d’origine, nel proprio Paese.
Come nei tirocini, anche nei laboratori manuali si testano le competenze trasversali: puntualità, precisione, ordine della postazione di lavoro, capacità di portare a termine il compito assegnato. Il laboratorio di falegnameria, molto amato dai ragazzi, consente di sperimentare concretamente quanto appreso in classe: con legno e squadra di traducono concetti di matematica, geometria, educazione tecnica… perché per fare una panca, ad esempio, serve fare i conti con la media delle altezze di chi si siede!
Anche lo sport è un elemento fondante, perché porta con sé un intenso portato valoriale. Spesso, permette una “compensazione dei talenti”: chi magari non è mai riuscito a sostenere un’interrogazione in classe scopre di eccellere nella corsa o nelle prove di resistenza… e agli occhi dei compagni, diventa un campione!
E’ anche questo che spinge poi i ragazzi a scriverci “grazie, perché dopo quest’anno soprattutto ho capito che sono capace di fare le cose anche da solo”.
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