Testimonianza di Fiorella e del suo viaggio solidale in Benin
Posted at 19:21h in Storie 0 CommentiAfrica, parola magica, misteriosa che, forse, suona nell’orecchio a tutti, a me, invece, che ho potuto vedere con i miei occhi la condizione del paese, significa oltre alla povertà, miseria, abbandono, odori e colori, anche gentilezza, dolcezza, sorrisi…
Quando pensavo alla loro gentilezza, ai lori sorrisi che coprivano la loro disperazione ho pensato che bisognerebbe portare un po’ di Africa nei paesi industrializzati (la nostra Europa) dove regna egoismo, maleducazione, inciviltà, disprezzo.
Africa, il tempo sembra fermo, l’orario sembra non esista, scorre il ritmo della tranquillità, della pacatezza, dove mai sono ansia e stress? Allora è vero che noi siamo pazzi e nevrotici, la nostra ansia, il nostro stress quotidiano, ce lo cerchiamo noi…
Raccontare il viaggio è un attimo, basta mettere date, programmi, percorsi, ma raccontare le emozioni è come scrivere un libro senza fine, perchè quando mi soffermo un attimo mi arrivano lampi del Benin, con tutta la sua problematica e con esso la mia testa comincia ad elaborare ed affiorare nuove sensazioni, nuove emozioni…
L’emozione più grande è stata quella delle due piccole bambine di Abomey, cercavano la mia mano e volevano essere prese in braccio…il mio cuore ha cominciato a sussultare e mi sono chiesta “perchè hanno scelto me?”
Non hanno scelto “me”, cercavano solamente il calore, l’affetto di una mano, una mano qualsiasi.
Piccoli scriccioli…di cui ho ancora l’immagine impressa che difficilmente si affievolirà.
L’altra emozione è stata a Kpossegan, quando dovevamo raggiungere un villaggio in mezzo alla brousse, la litigata dei due bambini per avere la mia mano mentre l’altra era già occupata.
Li ho accontentati tutti e due, due manine nella mia mano destra.
Questo “cercare la mano” forse sarà insignificante per alcuni, ma per me è un cadeau!
I bambini, si accontentano di “niente”, i bambini beninesi!
Sempre pronti a rincorrerti, qua e là, regalandoti sorrisi, occhi incredibilmente vivaci, sorridenti.
Emozione. Per non parlare dell’incontro con Gislain, il mio piccolo Gislain.
Avrei voluto portarlo via con me… Mi ha commosso il suo sguardo triste, ha cercato di sorridermi ma era un sorriso senza luce.
Non è giusto, non è giusto… Avrei voluto spazzare via la sua malinconia.
Chissà mai se ci sono riuscita nell’attimo in cui siamo stati in compagnia, peccato non conoscere il francese, ma penso che davanti a tanta emozione dalle mia labbra non sarebbe venuto fuori tanto, spero che siano bastati gli sguardi, il sorriso, l’affetto, la stretta di mano.
Come mi piaceva salire sul pulmino azzurro di Christian, (l’autista che non sapeva una parola di italiano), il suo finestrino aperto, il vento che scuoteva i miei capelli, così come la mia mente dove passavano fiumi di pensieri e parole che si ammucchiavano sempre di più e ormai non sapevo dove mettere perchè tanto c’era da pensare…
Mi sentivo in pace durante i viaggi.
Sentivo che non ero più io, una sensazione nuova, mai provata…
Dei 5 sensi che abbiamo noi, Dio me ne ha tolto una piccola parte, ma quella parte è compensata da una sensibilità interiore, e questo grazie a Dio, mi spinge a donare agli altri e si arricchisce sempre di più…
Le foto, per fortuna ci sono le foto che ritraggono tutte le mie emozioni, le guardo, riguardo e riguardo ancora e poi scopro che… non sono identiche a ciò che ho visto con i miei occhi, le metto a confronto con la mia mente, con i miei ricordi: mancano gli odori, le nuvole di polvere della terra rossa, “la gioiosità” degli occhi dei bimbi al rituale del saluto, il loro giocare alle ruote e bastoni, le loro danze, i loro canti, le loro corse davanti alla macchina fotografica per essere i primi …quante cose mancano nelle foto!
Ora ne sono certa, sono stata contagiata… mi è preso il MAL D’AFRICA…
D’altronde come evitarlo, là è tutto diverso…dai colori al profumo della terra rossa, dall’aria, al cielo con milioni di milioni di stelle, mai visto tante stelle, i suoni, le albe e i tramonti…dalla gente…gli animali… tutto là è differente…
Fiorella, volontaria Gruppo Aleimar onlus
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