Progetto “Punto e Virgola Italia-Argentina”
Sperimentazione e scambio internazionale Italia-Argentina
Anno 2018 – 2019
1. Nome del progetto: Punto e Virgola
“Il punto e virgola rappresenta il simbolo di mezzo tra l’idea principale e la continuazione del concetto minore. Questo segno risulta perciò utile nei periodi lunghi e complessi, ricchi di ramificazioni difficili da controllare.” Il punto e virgola risulta fondamentale per scandire il ritmo di una frase, dando ad ogni sua parte l’adatta rilevanza e ottenendo un discorso finale di senso compiuto. In questo senso il progetto si vuole porre come “il punto e virgola” nel mondo dei più piccoli, individuando le problematiche e ricercando le rispettive strategie, per affrontarle anche in contesti complessi dove le priorità sono molteplici.
2. Obiettivi del progetto
Obiettivo generale:
E’ lo spostamento del limite, con il diverso sguardo e una maggiore attenzione ai problemi e
necessità dei bambini con difficoltà. Il gioco svolge un ruolo fondamentale per la comunicazione e la
socializzazione. Per questo tutti i giochi dovrebbero essere adatti ed eventualmente adattati a
situazioni e abilità diversi, in quanto l’attività ludica può rivelarsi estremamente utile per il processo
di integrazione di bambini in situazioni di handicap. Partendo da tale prospettiva la finalità consiste
nella ricerca di soluzioni interessanti e intelligenti per il bambino e coloro che lo circondano.
Obiettivi specifici:
Río Colorado Asociación Civil
Associazione Punto e Virgola Onlus
1
• Migliorare il percorso di crescita dei bambini con funzioni carenti nell’ambito della
psicomotricità, attraverso la promozione della cultura dell’inclusione, dell’uguaglianza e della
diversità come ricchezza. Rivestono dunque una posizione centrale le loro particolari
esigenze nell’ottica di rendere l’apprendimento accessibile e fruibile a tutti;
• Sperimentare i giochi per arrivare ad una vera e propria produzione e per valutare e rilevare
le difficoltà funzionali da quelle derivanti da un ambiente carente di stimoli confrontandosi
con altri professionisti che condividono l’intento di sostenere le abilità carenti di questi
bambini;
• Ampliare il campo d’azione nell’ambito familiare attraverso giochi più semplici che vadano a
supportare quelli utilizzati dai professionisti durante la sessione di terapia con il bambino. In
questo modo i genitori svolgeranno un ruolo attivo durante e alla conclusione della terapia.
3. Descrizione del progetto
Come tutte le idee innovative e sperimentali funzionanti il passaggio ovvio è stato quello di
trasformare il pensiero creativo nel fare concreto. Per questo motivo abbiamo pensato di
intraprendere degli scambi internazionali, collaborando nel tempo, con professionisti provenienti da
altri Paesi. In questo modo si ottengono diversi punti di vista sulle disabilità dei bambini nati e
cresciuti in contesti socio-culturali differenti le cui necessità si riflettono necessariamente nel loro
rapporto con il mondo ludico in quanto proiezione della loro realtà.
Si tratta di comprendere una nuova realtà e di lasciarsi contaminare da essa, diventando “lettori e
traduttori” e consentendo di passare da una fase di lettura dei bisogni ad una traduzione tangibile a
misura di bambino.
Siamo giunte alla progettazione di due kit di terapia finalizzati a sostenere le abilità prassiche dei
bambini rispettivamente indirizzati ai professionisti (kit 1) e ai genitori-insegnanti (kit 2).
3.1 I kit terapeutici
2
Il kit 1 ideato, che si utilizzerà con un gruppo di bambini insieme ai professionisti, comprende 6
giochi: Mani in mano, Medusina, Cubi, Zoombola, Orecchie aperte e il Tappeto. Le suddette
proposte ludiche sono finalizzate a rispondere a tutte quelle esigenze che i bambini presentano
considerando le loro criticità sia motorie globali (Tappeto), motorie fini (Guanto-Medusina),
organizzazione prassica (Mani in mano), visuospaziali (Cubi-spiedini), attenzione (Zoombola e
Orecchie aperte). Ogni attività prevede un diverso grado di difficoltà: da proposte semplici a quelle a
maggiore complessità, a seconda del profilo di funzionamento del bambino e della sua età.
L’attività ludica è la forma di espressione privilegiata dal bambino attraverso la quale si rapporta a
sé e al mondo circostante. Si tratta di un’azione che viene compiuta intenzionalmente per inserirsi
nella realtà intervenendo sugli elementi concreti con cui entra in relazione. In questo modo il gioco
aiuta ad acquisire consapevolezza di sé elaborando la propria identità sociale e personale.
Così come i loro coetanei, anche i bambini in condizioni di disabilità hanno il diritto di sviluppare le
proprie abilità attentive e motorie attraverso svaghi che hanno valore terapeutico e,
contemporaneamente, rappresentano occasioni di sperimentazione e di sviluppo della creatività.
Proprio per questo ha numerose applicazioni in ambito didattico, terapeutico e riabilitativo.
In questo percorso risulta fondamentale il coinvolgimento dei genitori e insegnanti, che
accompagnano il bambino nella sua quotidianità, per fornire loro degli strumenti terapeutici (kit 2)
intuitivi per rafforzare e sostenere le abilità carenti del bambino. In questo modo si facilita
l’inclusione e la diffusione della diversità come punto di forza.
3.2 A chi si rivolge
Si tratta quindi di un progetto rivolto ai bambini dai 3 ai 12 anni che hanno difficoltà nelle funzioni
esecutive: attenzione, problem-solving e memoria di lavoro e di quelli con carente organizzazione
prassica.
Tuttavia tale progetto è indirizzato anche ai terapisti, genitori e insegnanti. In questo senso il gioco
diventa uno strumento di lavoro per il terapista a sostegno degli obiettivi prefissati nel piano di
terapia, condiviso con la famiglia per lavorare sull’abilità da potenziare e utilizzabile anche dagli
insegnanti in un contesto di classe finalizzato all’inclusione.
3
4. Risorse Umane
4.1 L’equipe di lavoro interno:
– Julieta Capogna, Designer, 24 anni – Laureata in Interior Design presso lo IAAD, Torino.
Master in Exhibit&Retail Design presso il Politecnico di Torino.
“Considero il Design come mezzo e non come risultato, in grado di creare nuove relazioni tra le
persone e il mondo circostante. Utilizzare le mie capacità creative per migliorare la qualità di vita di
altri soggetti che hanno delle difficoltà, siano esse motorie o cognitive, rappresenta il mio obiettivo
principale. In questo senso il Design è esplorazione e ricerca del limite, e lo è a maggior ragione
quando affronta il tema delle potenzialità d’uso, più estese possibili, per ogni diversa caratteristica
dell’utilizzatore.
Entrare nel mondo degli individui che presentano tali difficoltà mi permetterebbe di studiare nuove
soluzioni per rispondere alle loro necessità sotto forma di un linguaggio creativo e consapevole.
Capire la direzione in cui si sta sviluppando questo settore potrebbe aprire nuove porte per
incrementare l’efficacia dei progetti innescando nuovi meccanismi con e per le persone.”
– Vera Vano, Psicologa, Psicoterapeuta, 43 anni– Laureata in Psicologia, specializzazione in
gruppoanalisi (S.G.A.I.)
L’apporto psicologico si è rivelato la chiave di volta del connubio Neuropsicomotricità-Design.
“Lavoro nel campo della disabilità da oltre 20 anni, ma, prima ancora sono stata bambina e figlia
che ha avuto la fortuna di avere due genitori che le hanno permesso di vivere come normalità anche
la disabilità. I miei primi amici sono stati bambini disabili motori o con disabilità sensoriale.
Successivamente il mondo della diversità è stato anche il mio. Per questa mia storia e in un certo
senso mi sento io stessa il punto e virgola perché rappresento il simbolo di mezzo tra il design e la
neuropsicomotricità.”
4
– Ramona Farina, Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva, 33 anni – Laureata
presso l’Università degli studi di Torino. Master di I livello in “autismi: percorsi terapeutici e
strategie di intervento.”
“Ogni serio professionista fa uso di un prezioso strumento di lavoro per raggiungere i suoi obiettivi,
ed io come terapista penso di utilizzare seriamente lo strumento più divertente per eccellenza: il
gioco.
Questo progetto, proprio come il lavoro che svolgo, ha richiesto di mettere in campo tutte le mie
abilità di gioco per l’ideazione di giochi a sostegno dello sviluppo, della partecipazione e
dell’inclusione dei bambini con difficoltà dello sviluppo psicomotorio.
Come un punto e virgola tra il bambino e le sue difficoltà motorie-prassiche: la profonda conoscenza
delle criticità del bambino ha permesso un’attenta analisi dei bisogni e delle strategie di gioco per
poterle affrontare al meglio, evitando così brusche e nette interruzioni.”
Tre differenti formazioni e competenze che si intrecciano per crearne di nuove, pensando,
ragionando e mettendo in pratica le idee nate da questo incontro. Si tratta di un percorso di
collaborazione iniziato in Italia che ha visto come fase iniziale l’analisi delle necessità dei bambini
con difficoltà motorie: studio del contesto, dei bisogni, delle abilità da sostenere e degli ambiti
d’uso. Attraverso un costante e intenso scambio d’informazioni si è giunti alla progettazione e
seguente sperimentazione con strumenti atti a migliorare le difficoltà motorie e/o attentive dei
bambini.
5. Luogo di realizzazione del progetto
Il progetto prevede di esportare le idee sviluppate in Italia, sperimentandole in Argentina
includendo la possibilità di crearne di nuove.
5.1 FASE 1. Italia-Argentina
Il viaggio in Argentina è previsto per Ottobre 2018 per la durata di due settimane:
5
1. La prima settimana presso il Centro Riabilitativo dell’Associazione Rio Colorado a Salta
Argentina:
Si prevede la sperimentazione dei giochi e l’ideazione di eventuali percorsi su misura,
attraverso la definizione degli obiettivi e l’ideazione di attività, in un contesto in condizioni
economiche e sociali precarie, in cui gli stimoli esterni sono per lo più assenti. Le azioni da
compiere sono le seguenti:
1a) Workshop 1 – Illustrare ai professionisti del settore e agli altri membri dell’Associazione
Rio Colorado, gli strumenti di lavoro (giochi-kit 1) ideati, finalizzati a rispondere a tutte quelle
esigenze che i bambini presentano considerando le loro criticità. Questo permetterà di
ottenere una mappatura delle abilità carenti dei bambini sul territorio. Inoltre si presenterà il
kit terapeutico composto da 6 giochi:
1
b
)
2b) Workshop 2 – Organizzare attività ludiche con la partecipazione di due gruppi di bambini
divisi per età da 3 a 7 anni e da 8 a 12 anni, aiutandoli ad acquisire consapevolezza di sé
elaborando la propria identità. Si prevede l’interazione diretta con i giochi attraverso la
Mani in mano – Organizzazione prassica Guanti Medusina – Capacità motorie fini
Cubi – Abilità visuospaziali Zoombola – Abilità attentive
Tappeto – Capacità motorie globali Orecchie aperte – Abilità attentive
6
relazione con i propri coetanei per favorire l’inclusione. Tali attività rappresenteranno
un’occasione di sperimentazione e lo sviluppo della creatività dei bambini.
3c) Workshop 3 – La terza fase consiste in un incontro con i genitori e insegnanti
sottolineando l’importanza del loro coinvolgimento nel percorso di terapia del bambino,
incrementando le sue capacità attraverso l’utilizzo di strumenti semplici (giochi-kit 2) a
misura delle loro difficoltà. Si intende quindi mostrare le potenzialità d’uso dei giochi
proposto per le famiglie.
2. La seconda settimana presso Istituti Medici a Buenos Aires – Argentina:
Si prevede l’organizzazione di:
1a) Workshop 1 – Illustrazione del progetto ai professionisti del settore;
2b) Workshop 2 – Organizzazione di attività ludiche rivolte ai bambini 3-12 anni;
3c) Workshop 3 – Incontro con genitori e insegnanti per includerli attivamente nel percorso
di terapia del bambino.
Per maggiori informazioni fare riferimento allo sviluppo dettagliato dei workshop riportati nel punto 5.1 – 1
Covisioni con i colleghi locali per confrontarsi sulle problematiche dei bambini, sull’efficacia
dei giochi esistenti e sulle eventuali proposte di nuovi strumenti di terapia (giochi).
5.2 FASE 2. Argentina – Italia
In previsione del 2019 lo scambio proseguirà in Italia, a Torino in collaborazione con vari enti del
settore medico. Si prevedono incontri rivolti a studenti di medicina, neuropsicomotricità e
professionisti del settore.
7
Nella seconda parte si intende procedere con sperimentazioni e valutazioni con i bambini
utilizzando i giochi e ulteriori strumenti. In seguito si prevedono incontri di covisione tra i vari
professionisti che interverranno nel progetto.
6. Punti di forza
• Affiatamento dell’equipe di lavoro, pluralità di professionalità specializzate in ambito Medico, Psicologico, Design; • Lavoro di rete consolidato con enti che operano nella Città di Torino;
• Lavoro di sinergia con professionisti di diversa nazionalità in grado di creare un importante scambio e seguente arricchimento di conoscenze e competenze tra due Paesi ItaliaArgentina con un obiettivo comune.
7. Numero delle persone che beneficeranno del progetto
Si prevede un coinvolgimento attivo di circa 140 persone nello sviluppo dei workshop organizzati nel Centro riabilitativo dell’Associazione Rio Colorado a Salta (RA); altri Istituti Medici a Buenos Aires (RA).
8
Per ciascun workshop si prevede i seguenti partecipanti attivi:
Bambini Studenti Professionisti Genitori Insegnanti TOTALE
da 3-7 anni: 30
da 8-12 anni: 20
15 35 25 15 140
8. Nomi dei responsabili del progetto
Julieta Capogna: Designer
tel. +39 340 6986300
mail: j.capogna94@hotmail.it
FASE 2. Argentina-Italia
Per la seconda parte del progetto, quello che si svolgerà in Italia, si dovranno considerare altri costi
che verranno valutati successivamente: ECM,materiali di comunicazione come pubblicità e
brochure, risorse umane, etc.).
10. Riepilogo Analisi Budget Progetto (FASE 1) “Punto e Virgola”
Riepilogo Generale
Costo Totale Progetto € 24.000,00
Progettazione € 2.000,00
Prototipazione € 2.880,00
Materiale € 7.120,00
Vera Vano: Psicologa, Psicoterapeuta
totale raccolta
0€
393
Kit Cibo
393
Kit Cibo + Igiene Personale
393
caffè offerti
2
colazioni offerte
Punto e Virgola Onlus
L’associazione non ha scopo di lucro e persegue in modo esclusivo finalità di solidarietà sociale.
Le finalità che si propone sono in particolare:
a) La Associazione persegue come finalità principale l’inclusione e l’uguaglianza nel mondo dei bambini che si trovano in condizioni svantaggiate tanto fisiche quanto psichiche ed economiche. Per tal motivo si uniscono tre competenze professionali nell’area Psicologica, Design e Medica. Inoltre in questo contesto nasce uno scambio scientifico e interculturale, coinvolgendo quindi professionisti dell’Italia e di altri Paesi. L’Associazione intende inglobare nel tempo tutte le attività all’interno di un nuovo centro terapeutico in Italia.
b) La Associazione, analizzando le difficoltà dei bambini, intende sperimentare giochi e altri strumenti terapeutici per migliorare il loro percorso di crescita nella vita quotidiana. A tal fine l’Associazione potrà collaborare con altre realtà: associazioni, comitati, fondazioni, raggruppamenti, società cooperative, ecc… perseguendo la finalità di assistenza sociale sociosanitaria.
c) La Associazione si focalizza sul binomio Design-Terapia. Il Design come mezzo e non come risultato, in grado di creare nuove relazioni tra i bambini e il mondo circostante. In questo senso “Design” significa esplorazione e ricerca del limite sul tema delle potenzialità d’uso riguardo agli strumenti di terapia per ogni diversa disabilità dell’utilizzatore.
d) La Associazione Punto e Virgola persegue come finalità secondaria la diffusione, attraverso pubblicazioni a carattere divulgativo ed a supporto degli strumenti in – prototipi per l’assistenza sociosanitaria nelle varie fasi. L’Associazione intende favorire e facilitare le iniziative scientifiche e culturali tra coloro che sono interessati alle problematiche relative alle disabilità specifiche dei bambini, contribuendo a fornire un’informazione capillare tramite l’organizzazione di convegni, seminari ed eventi pubblici di vario genere a scopo sociale.
e) La Associazione Punto e Virgola trae le risorse economiche per il funzionamento e lo svolgimento della propria attività da : -quote associative -contributi dei Soci -contributi dei privati -contributi dello Stato, di enti e di istituzioni pubbliche finalizzati al sostegno di specifiche attività e progetti; -contributi di organismi internazionali -donazioni e lasciti testamentari -rimborsi derivanti da convenzioni – marginali, contributi, rendite di beni mobili o immobili pervenuti alla Associazione Punto e Virgola a qualunque titolo. I fondi sono depositati presso gli istituti di credito o postali stabiliti dal Consiglio Direttivo.
f) L’Associazione non potrà svolgere attività diverse da quelle di cui sopra, ad eccezione di quelle ad esse direttamente connesse.
L’associazione intende pertanto svolgere le seguenti attività:
– Migliorare il percorso di crescita dei bambini con funzioni carenti, attraverso la promozione della cultura dell’inclusione, dell’uguaglianza e della diversità come ricchezza. Rivestono una posizione centrale le loro particolari esigenze nell’ottica di rendere l’apprendimento accessibile e fruibile a tutti.
– Sviluppare e sperimentare giochi per valutare e rilevare le difficoltà funzionali da quelle derivanti da un ambiente carente di stimoli confrontandosi con altri professionisti che condividono l’intento di sostenere le abilità carenti dei bambini.
– Ampliare il campo d’azione nell’ambito familiare e scolastico attraverso giochi che vadano a supportare quelli utilizzati dai professionisti durante la sessione di terapia con il bambino. In questo modo i genitori svolgeranno un ruolo attivo durante e alla conclusione della terapia.
– Intraprendere degli scambi internazionali con altri professionisti per innescare un mutuo scambio di conoscenze e competenze apportando delle migliorie sia per i bambini dell’Italia ma anche all’estero.