Progetto Leonardo Onlus si racconta attraverso l’esperienza in prima persona di un suo volontario: Elisei
Posted at 23:30h in Storie 0 CommentiSono ormai 3 anni che faccio parte della ONLUS Progetto Leonardo e ci tengo a raccontarvi la mia esperienza.
Mi chiamo Elisei e sono un ragazzo romeno di 21 anni studente e lavoratore. La mia vita ha trovato un senso quando sono stato disposto a dare il mio contributo per qualcun’altro. Quando mi sono proposto di far parte di questa ONLUS pensavo fosse una semplice attività di volontariato ma già dalla mia prima sera per le strade di Torino ho capito che c’era qualcosa che andava oltre al semplice dare da mangiare e da bere ai senza tetto.
Entrando in contatto con queste persone mi sono reso conto che non sono degli estranei ma sono uomini e donne degne di rispetto che, per una qualche sfortuna sono arrivate a mendicare per il centro di Torino ma per questo non bisognava ne giudicarli e ne disprezzarli.
Ascoltando le loro storie mi sono reso conto il lavoro effettivo di tutti i 28 volontari che contribuiscono a questa attività: ascoltare e dare un supporto morale in questa fase momentanea di crisi personale.
Penso che il momento più difficile nella vita di un uomo è quando ti senti solo. Penso che nessuno meriti di essere abbandonato e il semplice gesto di distribuire un po’ di pasta calda, un trancio di pizza piuttosto che un po’ di tè caldo, possa davvero fare la differenza per qualcuno che ne ha davvero bisogno.
Noi non distribuiamo belle parole, quelle le distribuiscono tutti, noi vogliamo agire in maniera concreta a fare la differenza per qualcuno.
Fino ad adesso ho indicato come noi volontari distribuiamo, offriamo qualcosa a loro meno fortunati, ma in fin dei conti una cosa che abbiamo notato è che loro ci danno molto di più. Dico questo perché ogni sera quando arriviamo alle nostre abitazioni ci mettiamo a pensare a Patrizia, Corrado, Luca, Claudio, Gheorghe, Nicolai, Ioan ed altri clochard che in quel preciso momento stanno dormendo su una panchina o sotto i portici, con una coperta che alle volte non basta proteggerli dal freddo.
In quel momento ci rendiamo conto di quanto dobbiamo essere grati per quello che abbiamo e soprattutto mi rendo conto che ci lamentiamo troppo e ringraziamo davvero poco. Questa lezione di vita ce l’hanno data loro ogni venerdì sera quando ci riuniamo nelle principali stazioni ferroviarie di Torino: a Porta Susa o Porta Nuova.
Inoltre, partecipando il venerdì sera mi sono reso conto di quanto noi giovani dobbiamo aiutare e offrire il nostro contributo pertanto mi sono proposto di organizzare con alcuni giovani volontari un’uscita il mercoledì sera, per metterci in prima linea, per una crescita personale che difficilmente c’è la trasmettono a scuola.
Vorrei inoltre raccontare una storia che mi ha toccato profondamente. Erano 18 quando un uomo di nome Dimitri arrivò a Torino lasciando la sua famiglia in Romania per cercare di far fronte alla profonda crisi che si è manifestata nel suo paese a causa del regime dittatoriale di Ceaușescu.
All’inizio viveva per strada, sotto i ponti, i portici, tirava avanti come poteva.
Si riuniva spesso con i suoi coetanei per cercare un punto di conforto ma trovava sempre persone scontrose e soprattutto competitive per un pezzo di pane.
Fortunatamente è riuscito a trovare un lavoro, un’abitazione dove passare la notte ma quando il lavoro si faceva mancare spesso e volentieri si riuniva nella mensa dei frati in via Sant’Antonio da Padova dove poteva mangiare anche lui un piatto di pasta caldo.
Adesso Dimitri vive a Torino con la famiglia, 4 figli e una moglie, ha un lavoro però, nonostante questo, dopo tutti questi anni non si dimentica ancora cosa voleva dire vivere per strada e vivere da solo.
Questa di cui vi ho parlato è una storia vera e soprattutto molto personale essendo Dimitri mio padre il quale è venuto 18 anni fa qua in Italia per poterci offrire un futuro migliore e di questo sarò sempre fiero e grato.
Penso però, di essere più grato aiutando altri signori dell’età di mio padre i quali hanno anche loro moglie e figli e difficilmente riescono ad andare avanti in una società dove difficilmente ti danno una mano nel momento del bisogno.
Questo è quello che facciamo noi, volontari del progetto Leonardo, quando ogni venerdì sera ci riuniamo e offriamo un’azione concreta in un mondo dove si preferiscono le parole alle azioni. Seguiteci sulla nostra pagina Facebook dove alla fine di ogni sera di volontariato pubblichiamo gli attimi più belli e particolari che descrivono la serata.
Nessun Commento