Mondiversi ETS, insieme ai suoi preziosi servizi (Centro Antiviolenza Fabiana, Casa Rifugio Mondiversi, Casa Rifugio Libere Donne), propongono come obiettivo di questa settimana di raccolta fondi un’iniziativa dedicata alle donne vittime di violenza.

In particolare, il desiderio è offrire la possibilità di coniugare al percorso di fuoriuscita dalla violenza, anche un percorso dedito allo sviluppo dell’empowerment femminile, con lo scopo di aiutare le donne che lo intraprendono a riacquisire fiducia in sé stesse e destrutturare lo stereotipo di vittima costruito nel tempo.
Il percorso di “ripresa” delle donne che hanno subito violenza ha l’obiettivo di ristabilire il loro benessere fisico e psichico. Stare bene con sé stesse, prendersi cura del proprio aspetto esteriore è parte di questo processo di ripresa e di valorizzazione.

La violenza maschile sulle donne provoca, infatti, numerose conseguenze a chi ne rimane vittima, soprattutto di natura psicologica. Le donne riferiscono di sentirsi perse, di essere state costrette a cambiare le proprie abitudini di vita, di aver perso l’autostima, la fiducia in se stessa e di non sentirsi adeguate o in grado di poter trovare lavoro, ma soprattutto di aver perduto la propria libertà. Nelle storie di violenza che quotidianamente Mondiversi ETS, le donne raccontano di essere state private della loro indipendenza ed autonomia, anche da un punto di vista economico. Ad alcune di loro viene impedito di lavorare, ad altre invece viene vietato di detenere e gestire le proprie finanze pur avendo un lavoro. Molto spesso questa totale dipendenza economica e sociale dal partner impedisce alle donne di potersi allontanare da dinamiche violente e di sottomissione, “imprigionandole” nella relazione.
Il termine “empower” significa letteralmente “investire di potere”. Per questo si ritiene fondamentale potenziare l’empowerment delle donne vittime di violenza in modo da incoraggiarle a riacquisire il controllo della propria identità e della propria vita, facendo in modo che si riapproprino delle loro scelte e della loro libertà.

Durante le attività con le donne, soprattutto con le vittime accolte nelle Case Rifugio – strutture residenziali dove le donne ed i loro figli/e vengono accolti perché in fuga da situazioni ad alto rischio – è emerso nelle ospiti il desiderio di riaffermare la propria immagine attraverso la richiesta di un trattamento estetico personale o di altre attività per la cura di sé.
Molte donne, nei loro racconti, riferiscono che la prima arma dei loro aguzzini per sottometterle è proprio quella di privarle della loro dignità impedendogli di vestirsi come preferiscono, di andare dal parrucchiere o semplicemente di truccarsi o di depilarsi, e che una loro opposizione può innescare una nuova violenza.

Il progetto “Dai segni ai sogni” vuole quindi rispondere alla ricorrente esigenza delle donne di prendersi cura di sé stesse in autonomia, attraverso attività di benessere: trattamenti presso centri estetici e parrucchieri, sport, corsi di yoga, arte e altre attività a loro scelta, che potrebbero rappresentare l’inizio per la costruzione di un percorso in cui affermare la propria indipendenza.
Ad ogni donna ospite e loro figli, infatti, vengono forniti dalle strutture servizi prioritari come l’accoglienza, la messa in sicurezza, il supporto psicologico, sociale e legale: tutti beni di prima necessità che spesso non risultano sufficienti per il loro percorso di rinascita! Questa opportunità ci darà modo di rispondere con serenità anche al loro bisogno di accrescere l’autostima e favorire una ripresa psico-emotiva necessaria nel confronto con una nuova vita sociale e lavorativa.