PROGETTO “ANDRÀ MEGLIO”
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Il principale progetto del Collettivo Azione Pace ODV si chiama “Biće Bolje” (letteralmente “andrà meglio” in serbo-croato). Nell’ambito di questo progetto, questa splendida realtà si occupa di dare sostegno alle famiglie di bambini provenienti da paesi extra UE dell’ex Jugoslavia (Bosnia-Erzegovina, Serbia, Kosovo, Macedonia) affetti da gravi patologie che vengono curati a Torino nell’ambito di una convenzione con l’Ospedale pediatrico Regina Margherita. Negli ultimi anni, molti piccoli pazienti sono stati ospiti della struttura, come ad esempio Stevan, Pavle, Michi, Lukas, Almir e Merjem, quest’ultima attualmente in cura presso il reparto oncologico.
Essendo la realtà economica dei paesi dell’ex Jugoslavia molto diversa da quella italiana, in genere le famiglie che usufruiscono della convenzione con l’ospedale infantile non possono permettersi a Torino del tutto o in parte un tenore di vita adeguato ad un bambino ammalato e il CAP ODV li sostiene in tal senso.
In particolare, l’associazione trova alla famiglia (generalmente costituita dal bambino/a e un genitore) un alloggio, possibilmente gratuito o con piccolo contributo, dove rimanere per tutta la permanenza in Italia (in collaborazione con casa Giglio, UGI e altre realtà come CRAFMA e Casa OZ) e supporta economicamente la famiglia con un contributo mensile per spese necessarie quali vitto, abbonamenti GTT e ricariche telefoniche. I volontari curano l’iscrizione alla ASL di competenza e la presentazione della domanda di permesso di soggiorno in questura e i volontari di madre lingua serbo-croata offrono mediazione culturale e linguistica nei rapporti con i medici e nella vita quotidiana.
Tramite l’aiuto di insegnanti, viene gestito anche l’apprendimento della lingua italiana, sia per i bambini che per il genitore, nel caso di lunghe permanenze.
Per rendere meno doloroso ed estraniante il periodo da trascorrere in un paese straniero con lunghi periodi in ospedale, vengono individuate delle attività che il bambino seguito dal CAP ODV, se compatibile con le cure, possa gradire e alle quali possa partecipare (corsi di chitarra, partecipazione ad eventi sportivi come spettatore, uscite nella natura, equitazione, visite a musei). Il CAP ODV si occupa di organizzare queste attività, le sostiene economicamente e alle quali partecipa sempre un volontario come accompagnatore.
L’accoglienza del CAP ODV è pensata per stabilire un rapporto di vicinanza stretta con la famiglia che non termina con la loro permanenza in Italia, ma prosegue con contatti negli anni, per mantenere la rete di solidarietà e pace che è uno dei principi fondanti dell’associazione.
COLLETTIVO AZIONE PACE ODV
Substrato storico:
La Jugoslavia fino al 1991 era una repubblica federale socialista comprendente le repubbliche di Serbia, Croazia, Macedonia, Montenegro, Slovenia e Bosnia-Erzegovina e le due province autonome serbe del Kossovo e della Vojvodina. Nel 1991 con un referendum Slovenia e Croazia decisero per l’indipendenza, dando effettivamente inizio alla fine della Jugoslavia e all’inizio di almeno tre diverse guerre, tra cui quella di Bosnia, considerata la più caotica e sanguinosa in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel corso della quale la città di Sarajevo si ritrovò a subire un assedio particolarmente lungo e violento (43 mesi). Ciascuno dei tre gruppi nazionali (serbi, croati e bosniaci musulmani) si rese protagonista di crimini di guerra e di operazioni di pulizia etnica, causando moltissime perdite tra i civili. Nel novembre del 1995 a Dayton (Ohio) vennero firmati degli accordi che misero fine alle ostilità in Bosnia-Erzegovina e definirono l’assetto politico e istituzionale dello Stato bosniaco attuale.
La nascita del CAP –
La nascita di CAP – Collettivo Azione Pace ODV nei primi mesi del 1994 è strettamente legata all’emozione suscitata in un gruppetto di amici di Torino dalla strage del mercato di Markale, a Sarajevo, che, durante l’assedio, causò la morte di 68 persone e il ferimento di oltre 140. Essi iniziarono così, in collaborazione con altri gruppi e associazioni sia italiane che locali, ad effettuare i primi viaggi di aiuti umanitari diretti ad alcuni campi profughi in Croazia.
Dopo qualche mese questo gruppetto informale decise di strutturarsi in associazione di volontariato laica e apartitica: nacque così il Collettivo Azione Pace ODV, che fin dall’inizio ebbe come obiettivo quello di promuovere la pace attraverso delle azioni concrete di sostegno a persone in difficoltà senza alcun riguardo alla loro provenienza geografica o etnica.
Con la fine della guerra nel 1995 il CAP ODV fornì aiuto ai profughi bosniaci che, soprattutto in Croazia, cercavano un nuovo luogo dove ricominciare la propria vita, con l’obiettivo di favorire la loro non facile integrazione con la popolazione residente. Il CAP ODV organizzò in questo paese campi estivi di animazione rivolti anche ai bimbi e ragazzi della zona favorendo la conoscenza reciproca per mezzo del gioco, nella speranza di contribuire alla costruzione di una cultura di pace.
Nel 1996 partirono i primi progetti di sostegno a cittadini balcanici con gravi problemi di salute che, anche a causa del grave impoverimento post bellico, della distruzione degli ospedali e delle infrastrutture, della fuga all’estero del personale sanitario, non potevano trovare soluzione nei paesi in cui vivono.
Ad aprile del 1999, per far fronte in modo integrato e efficiente al massiccio arrivo di profughi in fuga dalla nuova guerra che questa volta si svolgeva in Kosovo e dai bombardamenti NATO sulla Serbia, il CAP ODV fondò insieme ad altre associazioni della Provincia di Torino il COORDINAMENTO PROVINCIALE RIFUGIATI E PROFUGHI. Sempre a fine aprile 1999 venne organizzato un convoglio di aiuti alla volta di campi profughi in Albania e a luglio parte un convoglio di aiuti alla volta del Montenegro.
Nel 2000, essendo emersa una forte criticità nei paesi dell’ex Jugoslavia relativa a trapianti sui bambini, fu creato il progetto “BIĆE BOLJE (Andrà meglio)” in stretta collaborazione con il reparto di nefrologia (e attualmente anche di oncologia) dell’Ospedale pediatrico torinese Regina Margherita, per l’accoglienza delle famiglie con bambini che devono affrontare cure complesse, spesso con lunghe degenze, a Torino.
L’accoglienza destinata alle famiglie prevede sia un sostegno economico, ma anche e soprattutto un sostegno umano e linguistico, essenziali per rendere meno pesante il distacco dal proprio paese e dalla propria comunità in situazioni di estrema fragilità emotiva, come quella della ricerca di una cura per il proprio bambino.