Magica Onlus e facce da ricerca: quando nel lavoro puoi metterci il cuore
Posted at 18:57h in Storie 1 CommentoLa storia che ci ha voluto raccontare Valentina di Magica onlus
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Ogni mattina a Pavia un ricercatore si sveglia e sa che avrà di fronte una lunga giornata di lavoro.
Cosa c’è di strano?
Dicasi ricercatore un lavoratore che svolge attività di ricerca scientifica e/o tecnologica in svariati possibili ambiti all’interno di centri di ricerca. In Italia, esistono figure professionali espressamente denominate ricercatori sia all’interno dell’Università che negli enti di ricerca (da wikipedia).
Cosa non mette in evidenza questa definizione?
La passione, la voglia di arrivare ad un risultato che magari potrebbe non arrivare per anni, o essere sfiorato per un soffio, la mancanza di fondi, le sconfitte quotidiane, la gioia indescrivibile mista a consapevolezza di avere ottenuto un pezzettino in più di conoscenza che sarà utile a qualcun altro.
Essere un ricercatore in un ente di ricerca come l’IRCCS Policlinico San Matteo, e in una struttura come il Centro Malattie Genetiche Cardiovascolare vuol dire credere di poter fare la differenza ogni giorno, vuol dire avere la consapevolezza che non si ha a che fare con dei numeri o con delle sigle, ma con delle persone in carne e ossa la cui salute dipende dal tuo lavoro. E’ una scelta di vita e di responsabilità.
Ecco perché le #faccedaricerca sono parte integrante dei volontari di MAGICA onlus (i #magici), ed ecco perché MAGICA è stata creata dalla volontà precisa di pazienti e operatori sanitari, insieme.
Ma perché è così importante sostenere la ricerca e perché noi #faccedaricerca scendiamo in piazza mettendoci la faccia oltre che il cuore per MAGICA onlus?
Le malattie genetiche cardiovascolari sono malattie ereditarie che possono colpire anche più membri della stessa famiglia. Ecco perché diventa centrale la figura della famiglia. Famiglia come le persone che ti possono sostenere capendo la malattia, e che ti possono aiutare a rendere la tua vita normale, non da malato.
Perché chi nasce con un difetto genetico molto probabilmente svilupperà la malattia con l’età, ma se ben seguito e ben educato a seguire alcune semplici regole di vita (alimentazione, controlli periodici, attività fisica moderata, terapie farmacologiche) ha davanti a sé un’aspettativa di vita lunga e una qualità della vita ottima.
Ecco perché la ricerca, per assicurare ad ogni nuova famiglia che varca la porta del centro il suo pacchettino di quotidianità normale, dai nonni ai nipotini, per assicurarci non di curare, ma di prenderci cura di ogni singolo componente di ogni singola famiglia nella sua unicità, organizzando anche iniziative a sfondo educativo e con progetti di vero e proprio sostegno anche economico.
Parola di faccia da ricerca
Valentina Favalli
www.magicaonlus.it
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