Storia di ARA – Associazione Risorse Autismo
La fondazione di ARA, la nostra associazione di genitori di persone autistiche, è segnata da una “parabola” semplice e curiosa assieme, una di quelle piccole storie che significano molto per noi e trasmettono la nostra identità.
La storia risale al 2003, e la protagonista è Isa, nostra associata più anziana, con i figli Valerio (Asperger) e Enrico (autistico al 100%). Quella della “vasca bianca” è anche una delle storie più semplici ed emblematiche di quanto l’amore per i propri figli possa superare ogni barriera e migliorare il mondo attorno a noi, perché così è, se crediamo che ognuno possa e debba fare la sua parte per renderlo più vivibile per tutti.
Enrico era abituato a lunghi bagni ristoratori e distensivi – lui che è stato un autistico molto violento nei confronti degli altri componenti della famiglia – in una vasca bianca, smaltata, come quelle di tanti bagni che conosciamo. Alla morte del padre, nel 2003, Enrico aveva 29 anni ed era al culmine della sua parabola di aggressività. Con una piccola ristrutturazione dell’appartamento, arrivò invece una bella vasca a mattonelle colorate, che sembrava ancora più confortevole. Ma lui, abituato alla vecchia vasca, aveva preso ad invocarla continuamente e si rifiutava di entrare in quella vasca. “La vasca bianca, la vasca bianca”, era la nenia continua con cui Enrico esprimeva il suo dolore e la sua richiesta di aiuto.
Nel frattempo Isa, vedova e alle prese con due figli con grave disagio, aveva già intrapreso mentalmente il percorso del “Dopodinoi”, quella visione che mira a organizzare il futuro dei proprio figli, quando noi non ci saremo più: la decisione di affidare Enrico a una casa famiglia, dove avrebbe potuto vivere per sempre. La mancanza della “vasca bianca” era diventata nel frattempo drammatica: Enrico era capace di distruggere il bagno, rubinetti compresi, in preda a crisi frequenti di aggressività.
Fu quello il momento in cui Isa decise che la casa di Enrico e di altri ragazzi come lui doveva avere una “vasca bianca”, e non solo una doccia come spesso accade nelle residenze di questo tipo. Da questa esigenza improrogabile nasce un’idea di casa che possa accogliere tutti i ragazzi come Enrico, in preda a crisi che derivano da bisogni inespressi e inesprimibili, perché Enrico e i suoi “fratelli” autistici non sanno comunicare il proprio disagio, qualunque esso sia.
Così, dal 2007 ad oggi, ad Enrico si sono aggiunti Gianluca, Matteo, Alessio, Julian, Daniele e Manuel, per vivere una CASA CHE ANCORA NON C’ERA FINO AD APRILE SCORSO, quando l’associazione ha potuto finalmente acquistare un terreno e un immobile quasi in rovina, ma con i requisiti giusti per poter diventare una vera casa-famiglia approvata a norma sanitaria.
La nuova Casa-Famiglia, che abbiamo chiamato Casa Isa, sorgerà a Spregamore, una zona molto bella dopo il Divino Amore a Roma, sulla via Ardeatina, con l’apporto di tutti soci e su un progetto ideato dagli amici architetti Giuseppe De Boni e Ugo Colombari.
Perché siamo qui? Perché i nostri fondi bastano solo a ristrutturare la casa per un terzo. Abbiamo tutte le carte in regola e abbiamo già avuto una prima e commovente serie di offerte di aiuto dopo un servizio delle Iene che ha raccontato le storie dell’autismo e del nostro sogno, ma siamo ancora a metà del percorso!
Tutti i genitori desiderano lasciare una casa ai propri figli e figlie, immaginatevi come lo vogliamo noi, che abbiamo passato gli ultimi dieci anni a lavorare per questo progetto.
Aiutateci allora a costruire una casa attorno alla “vasca bianca” di Enrico e degli altri ragazzi autistici: sarà una casa che durerà nel tempo per tutti coloro che verranno.
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