Elena è una bambina di 12 anni, è nata con la malformazione più comune agli arti inferiori chiamata piede torto. Lei è una dei circa 200000 bambini che ogni anno nascono nel mondo affetti da questa malformazione di origine genetica, in cui uno o entrambi i piedini sono rivolti verso l’interno in forme più o meno gravi. Quando è nata Elena i genitori erano già preparati nell’affrontare la patologia perché anche il papà e lo zio hanno avuto lo stesso problema e sono stati efficacemente curati tanti anni prima. Elena è stata una dei tanti bambini malcurati, bambini che non hanno avuto la fortuna di incontrare ortopedici capaci di applicare l’unica metodica riconosciuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), in grado di curare in maniera efficace, senza operazioni chirurgiche e a un costo irrisorio questa grave malformazione. La patologia del piede torto si cura con il metodo Ponseti, che consiste in 4-5 gessetti, un’ incisione al tendine di Achille che non lascia cicatrice e un tutore prevalentemente notturno da usare per 5 anni. Alla fine del trattamento i piedi sono esattamente come quelli di ogni altro bambino, elastici e funzionali. Elena non è stata seguita con questa metodica, malgrado le rassicurazioni del medico che per primo l’ha presa in cura. Ha delle lunghe e brutte cicatrici che le deformano i piedi, è stata riconosciuta invalida per 10 anni in quanto non riusciva a camminare e tantomeno a correre. La sua infanzia è stata un susseguirsi di gessi, operazioni, fisioterapie costanti, bendaggi ai piedi etc. I genitori di Elena hanno scoperto nel tempo che un piede torto, anche se grave, si raddrizza in meno di un mese. Affidarsi al medico giusto è fondamentale per la riuscita della cura, per questo è stata fondata l’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PIEDE TORTO CONGENITO, perché non ci siano più bambini che debbano soffrire ed essere invalidati per questa patologia. Quando è nata Elena le informazioni sul metodo Ponseti erano scarse, ginecologi o pediatri non danno, ancor oggi, alcun aiuto per quanto riguarda il metodo di cura, non dicono a chi rivolgersi etc. L’unico sostegno che hanno ricevuto i genitori di Elena è stato il passaparola di altri genitori conosciuti tramite la rete internet. Non erano più soli perché il loro problema era comune a tante altre famiglie. Confrontando le varie esperienze i genitori di Elena hanno visto e toccato con mano cosa significa affidarsi allo specialista preparato. Oggi l’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PIEDE TORTO CONGENITO è un riferimento importante per quanto riguarda il metodo Ponseti e la cura di questa patologia. Grazie al lavoro volontario di migliaia di famiglie, attualmente in rete si possono trovare tutte le informazioni per affidare il proprio figlio solo ai medici che applicano correttamente la metodica Ponseti. Elena oggi gioca a pallavolo, ha iniziato a camminare e finalmente a correre, indossa da qualche mese scarpe normali e ciabatte infradito, questo grazie a un grande medico “Ponsetiano” che è riuscito a salvarla dall’invalidità. L’associazione dei genitori è impegnata quotidianamente nel supportare le famiglie dove ci sia un caso di piede torto. Ogni bambino che nasce con questa patologia deve avere la possibilità di essere curato con la metodica Ponseti, applicata solo da quei medici certificati e segnalati dai genitori. Non devono più esserci altri bambini invalidi a seguito di cure superficiali o errate. L’associazione è anche un supporto per tutte quelle famiglie che risiedono lontane dai centri di cura dove si usa il metodo Ponseti. Aiutate a diffondere l’informazione sul piede torto e a sostenere, con il Vostro contributo, questa associazione. Tante famiglie devono spostarsi dalla propria regione per affidarsi ai medici competenti, e spesso non possono affrontare i costi necessari. Guarire oggi si può, con l’informazione e il metodo Ponseti.

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