La giornata tipica di un bambino adottato a distanza
Posted at 12:08h in Storie 0 CommentiLa giornata inizia presto per Atim, come per tutti bambini che vivono nel villaggio Wilul, in nord Uganda. Si alza alle 6:00 del mattino per andare a prendere l’acqua al nuovo pozzo. Con lei, Samuel il fratellino più piccolo. Non devono andare lontano, il pozzo è nel suo villaggio ed è quello realizzato da Kope. L’acqua che sgorga dal tubo è fresca e sicura da bere. La sua piccola tanica da 10 litri è piena e può ritornare a casa.
Alle 6:30 del mattino, Atim è tutta vestita, pulita e pronta per andare a scuola. Deve raggiungere a piedi la piccola scuola che si trova 3 chilometri di distanza portando con sè il piatto e la tazza per il pranzo. L’istruzione non è gratuita in Uganda, ma grazie al sostegno a distanza Atim non deve preoccuparsene.
Alle 7:10 inizia la giornata scolastica con un’assemblea di tutti gli studenti per cantare l’inno della scuola. Alle 7:30 iniziano le lezioni. Atim ha sette anni e frequenta la classe Primary 1. Adora avere la possibilità di imparare e studia con entusiasmo. Può anche fare disegni, cantare canzoni e danzare.
Alle 10:00, Atim si prepara per la colazione, lei e suoi compagni di classe non hanno ancora fatto colazione e sono affamati. Si godono un buon porridge di miglio caldo. Poi di nuovo in classe per altre lezioni.
Alle 13:00 è l’ora di pranzo. Atim mangia un enorme piatto di posho, la polenta ugandese con fagioli e verdure. Adesso è ora della ricreazione, evviva!
Alle 14:00 si torna in classe fino alle 16:00 per altre lezioni. Al termine ogni bambino deve partecipare per 15 minuti alle pulizie delle aule. Con straccio in mano e un secchio Atim strofina i pavimenti insieme agli altri bambini. Adesso è ora di tornare a casa ma non senza aver giocato un po’ con le amichette. Non troppo o la mamma chi la sente.
Alle 17:00 finalmente a casa. Questo è il momento delle faccende. Atim toglie le scarpe e la propria divisa scolastica e le ripone con cura. Deve mantenerle in perfetto ordine come richiesto dalla scuola. In passato le era capitato di essere rimandata a casa per una macchia di posho sulla divisa. La mamma di Atim è vedova. È felice che Atim possa frequentare una scuola ed avere un pasto quotidiano. Atim la aiuta a preparare la cena pestando arachidi in un grosso mortaio di legno e trasformandole in una pasta per il malakwang, piatto tipico degli Acholi, la sua gente.
Alle 19:00 è ora della nanna. Gli adulti sono fuori dalla capanna riuniti intorno al fuoco e ognuno racconta la propria giornata. Nel villaggio non c’è luce elettrica e le candele sono troppo costose. Ad Atim non rimane che dormire, coccolata dai suoni degli animali notturni e felice di poter tornare a scuola l’indomani.
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