“Siamo tutti fenomeni a dire la nostra, a dare giudizi, fino a quando non arriva l’interrogazione a sorpresa. È come quando la professoressa ti chiama alla lavagna, ma tu non hai studiato e non hai la minima idea di cosa dire: tutti noi, come genitori, siamo chiamati a scrivere il tema della nostra vita e quando ti arriva la diagnosi di una malattia grave per tua figlia, è il momento dell’interrogazione a sorpresa, dello schiaffo in faccia, del pugno nello stomaco. Non è qualcosa di piacevole o semplicemente una situazione che si possa immaginare prima che succeda. Quando metti al mondo un figlio e lo vedi bello e sano non pensi che poi potranno arrivare altri problemi, perché sei talmente ignaro di tutto che ti dici: “Perfetto, mi è andata bene, ho un figlio sano, tutto andrà bene.”

In realtà, invece, esistono tantissimi tipi di interrogazione a sorpresa, purtroppo. Non possiamo vivere nell’ansia, comunque e credo piuttosto che a ogni passo della vita, e più che mai all’interno di un percorso come quello che abbiamo dovuto affrontare noi, l’atteggiamento più costruttivo sia sforzarsi di rimanere con i piedi per terra e di essere abbastanza forti da non farsi travolgere dalle paure.
Noi la nostra interrogazione a sorpresa l’abbiamo avuta con nostra figlia Viola, bambina sanissima e gioiosa fino alla diagnosi di un mostro silenzioso e invisibile di nome NEUROBLASTOMA.
In soli quattro mesi e mezzo questa diagnosi si è trasformata in una sentenza di morte e la nostra bambina, che ha lottato con estremo coraggio e forza fino alla fine, se n’è andata in una calda mattina di agosto 2020. Aveva 4 anni.
E fu proprio a lei che, su quel lettino della rianimazione, feci, da mamma, la promessa più importante. Che non l’avremmo mai dimenticata, anzi, nel nostro piccolo, la mamma e il papà si sarebbero impegnati fino alla fine ad aiutare e sostenere la ricerca su questo maledetto neuroblastoma, che a tutt’oggi rimane per molti versi sconosciuto e imprevedibile. L’associazione “Sempre per Sempre Viola ODV” ha come finalità primaria proprio questo. Dobbiamo continuare a sperare, credere nella scienza e finanziare la ricerca.
Rispetto a trent’anni fa, tanti passi in avanti sono stati fatti, ma c’è ancora tanta strada da fare, tantissima. Per questo dobbiamo continuare a sostenere la RICERCA e ad avere fiducia nei nostri ricercatori, perché senza ricerca non esiste FUTURO.
Ed è vero che noi Viola l’abbiamo persa e non sappiamo quando potremo riabbracciarla, ma è altresì vero che, attraverso l’associazione che porta il suo nome, qualcosa di lei sempre vivrà nei figli degli altri.
Aiutaci a cambiare il domani di tanti bambini malati, aiutaci a cambiare il finale di storie di vita, che sia vita che va avanti e non più vita che finisce. Perché IL FUTURO È UNA STORIA DI BAMBINI.”

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