Visitiamo tre centri per disabili prima di giungere all’Istituto “Fr. Tezza Special School for mentally challenged” nella Diocesi di Mananthavady, in Kerala.

Il sole è già tramontato da alcune ore e, fra le luci dell’ingresso, scorgiamo subito due lunghe file di bambini che attendono il nostro arrivo. Sono i 60 bambini che soggiornano nella scuola per giovani con disabilità Fr. Tezza anche durante la notte. Gli altri 70, che ogni sera fanno ritorno alle loro case, hanno già lasciato l’Istituto: li incontreremo domani. Alcuni dei bambini che ci stanno aspettando indossano una divisa molto colorata e la giacca del gruppo bandistico della scuola. Ognuno di loro ha il proprio strumento musicale. Scoppia un boato quando percorriamo il corridoio di bambini creato per il nostro passaggio. Tutti cantano e battono le mani festanti per il nostro arrivo, qualcuno in piedi, qualcuno su una sedia a rotelle, qualcuno sorretto da stampelle o da un compagno: un’accoglienza meravigliosa e inaspettata, dopo il lungo viaggio attraverso la foresta che ci ha messo alla prova per l’intera giornata.

L’Istituto, fondato nel 1872, ospita 130 bambini con disabilità fisiche e psichiche. Gli studenti sono suddivisi in classi in base all’età, alle differenti capacità cognitive e alla gravità delle patologie fisiche. Ogni giorno i bambini si ritrovano, prima di iniziare le lezioni, per alcuni minuti di ginnastica. Tutti partecipano, nessuno escluso, è il loro buongiorno, il loro primo momento di condivisione giornaliero. Una volta terminata la ginnastica, iniziano le attività scolastiche: calcolo, lingua inglese, storia, danza terapia, musica terapia, lavori manuali col legno e le ore di informatica. Suor Bincy, direttrice dell’Istituto, mostra con orgoglio i numerosi premi vinti dai ragazzi per la danza e il canto nei concorsi con le altre 70 scuole del Paese per studenti con disabilità.

Il lavoro, però, non finisce qui: nel terreno che circonda l’Istituto, le suore coltivano frutta e verdura, allevano animali e tagliano la legna necessaria per le cucine ed il riscaldamento.

Siamo senza parole, come molte altre volte è capitato, di fronte a ciò che questo Istituto è riuscito a realizzare in un contesto tanto complesso e difficoltoso. E come molte altre volte è capitato, ci chiediamo se forse la serenità non sia tutta qui…

Sorprendono, infatti, l’entusiasmo e l’energia con cui i bambini vivono, imparano e sorridono: le disabilità si fanno piccole, quasi insignificanti, normali. La sensazione è quella di sentirsi in uno strano paese dei balocchi dove, in realtà, nulla è normale, ma tutto lo diventa. Si percepisce solo armonia e ordine, benessere e quotidianità.

E diffondere la possibilità di tale armonia è proprio ciò che guida Intermed in questo progetto e nel mondo.

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