Sono Daniela, operatrice Caritas, e sono molto contenta di aver iniziato la collaborazione con la Fondazione Comitans ETS con il Progetto Nutridono.

Assistiamo centinaia di persone e famiglie grazie alla distribuzione alimentare tramite gli empori.

Gli empori sono simili a veri e propri supermercati con scaffali ben riforniti, prodotti freschi, casse, carrelli e sono loro che decidono cosa “acquistare”, a differenza invece dei pacchi viveri classici. Infatti, le persone che arrivano per la prima volta all’emporio, hanno spesso una reazione di sorpresa. Se hanno già esperienza con i pacchi viveri classici, capiscono immediatamente la differenza: qui sono loro che scelgono quali alimenti portare a casa.

Queste persone, quando arrivano all’emporio, sono state già prese in carico da un Centro d’Ascolto, che sta cercando di costruire percorsi per aiutarli su varie problematiche (lavoro, salute, orientamento per i diritti) e che ha deciso di attivare la tessera dell’Emporio per qualche mese. Come funzionano le tessere?

Il Centro d’Ascolto autorizza l’accesso, per un determinato periodo, del nucleo familiare al servizio dell’emporio. La famiglia riceve una tessera con un determinato punteggio, in base al numero dei componenti del nucleo familiare. Con questa tessera le persone hanno la possibilità di “spendere” i punti, nell’arco del mese, scegliendo liberamente cosa “acquistare” sulla base delle proprie esigenze e gusti.

L’offerta di prodotti in emporio è varia perché deriva da fonti diverse: dalla FEAD (fondo di aiuti europei agli indigenti), da donazioni di grandi produttori, ma anche piccole donazioni e raccolte alimentari che i volontari delle parrocchie fanno presso i supermercati. Si trova un po’ di tutto e non sempre è facile fare delle scelte, soprattutto se non si conoscono le basi della corretta alimentazione.

Racconta Lucia, la responsabile dell’Emporio Caritas Casilino, che molte mamme si riempiono il carrello di merendine, perché ai bambini a scuola piace portare i prodotti confezionati e in Emporio si trovano quelli di marca: si vergognano con quelle a basso costo che troverebbero nel discount.

Di pasta c’è sempre una grande disponibilità, qualche volta capita anche quella integrale, che rimane però tutta sugli scaffali perché non viene apprezzata. In alternativa alla pasta c’è solo il riso, molto apprezzato dalle famiglie non italiane, ma se arriva qualche confezione di farro, orzo o altri cereali difficilmente vengono scelti, andando a discapito di una dieta diversificata come invece dovrebbe essere.

Poi c’è il problema di chi vive in un alloggio così fatiscente da non poter contare sempre sul gas per cucinare i cibi: per loro solo scatolette e merendine.

Certo, i prodotti vengono da donazioni e non sempre si può scegliere cosa offrire sugli scaffali: ma la fragilità più grande sembra essere quella culturale. Alle famiglie non è mai stato trasmesso un messaggio sul valore dell’alimentazione sana e fanno scelte dettate da pubblicità e comodità. Sono molti i passi avanti che possiamo fare con il Progetto Nutridono, per restituire a ciascuno la dignità di un’alimentazione sana e adeguata!

La formazione e la trasmissione di conoscenza alle famiglie beneficiarie è fondamentale affinché possano fare scelte alimentari corrette e sane per sé stessi e la propria famiglia e grazie al progetto di Fondazione Comitans ETS riusciremo a farlo.

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