Mi sto chiedendo cosa possa provare una madre la notte prima dell’intervento al cuore del suo bambino. Il cuore, primo organo che si genera, simbolo dell’amore di due genitori, che cresce e spinge per fare in modo che intorno a lui cresca una vita, il suo battito è testimone che lì il miracolo si è compiuto. Scoprire che un battito non vada al tempo di una sinfonia ma che alcune note siano stonate o che escano dal rigo della musica e non poter chiedere aiuto per aggiustare l’intonazione del tuo bambino, credo sia una delle grandi ingiustizie del mondo. Noi che viviamo in Europa sappiamo che, con le diagnosi prenatali, i controlli continui, un sistema sanitario che dà accesso alle strutture pubbliche, possiamo proteggere i nostri figli anche i più fragili. A Chaaria, in un piccolo ospedale missionario che dista molte ore dalla capitale di Nairobi, grazie al dono di una sonda pediatrica da parte di Fondazione Nala, una primaria di cardiologia di Bergamo ha cercato tra molti giovani cuori, i più difficili.

Ha guardato negli occhi i genitori di questi bambini e ha fatto loro la promessa che esiste ancora un mondo in cui il loro piccolo cuore possa essere curato. Quando prendi tra le braccia un bambino non puoi non promettergli che ti occuperai di lui. Quando i suoi occhi incrociano i tuoi, il tuo dovere è di gridare aiuto con tutta la forza che puoi. L’ Africa è una terra fatta di grandi contraddizioni, è abitata da persone che sanno gioire di niente, una terra fatta dell’essenziale che alimenta la felicità delle cose semplici. Non deve esistere il posto giusto in cui nascere. Ogni madre ha il diritto di non dormire la notte prima, sapendo che domani qualcuno si occuperà del suo bambino.



Nessun Commento

Inserisci un commento