I NOSTRI INTERVENTI LUDICO-EDUCATIVI NEI REPARTI DELL’OSPEDALE PEDIATRICO GASLINI DI GENOVA– RACCONTO DI SHARON, EDUCATRICE DE IL SOGNO DI TOMMI
E’ un giovedì, oggi porto le mie proposte di laboratori e attività nei reparti di Onco-Ematologia dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova. Prima di entrare nel reparto, passo dal filtro in cui ci si cambia e ci si igienizza, prima di accedere al reparto vero e proprio. Qui incontro già qualche genitore, qualcuno ha piacere di scambiare due chiacchiere, qualcuno sta uscendo nei viali a prendere una boccata d’aria, sul volto di alcuni leggo gioia e sollievo, su altri preoccupazione. C’è un bambino che porta un palloncino alla sorellina, dei compagni di scuola che hanno preparato una sorpresa al loro amico ricoverato …
Sono pronta, entro e mi interfaccio con un’infermiera per chiederle qualche informazione sui bambini e i ragazzi nelle stanze, un passaggio utile e fondamentale per avere un’idea delle loro situazioni e condizioni, delle loro possibilità in quel momento e del loro stato d’animo attuale per poter proporre attività adeguate. Lungo i corridoi, guardando attraverso le finestrelle sulle porte delle stanze, in una camera vedo una mamma intenta a cullare il suo piccino, ci facciamo un cenno con la mano e proseguo nel mio giro. Da un’altra stanza provengono le risate di quel gruppo di ragazzi che ho incontrato prima, sorrido <<La sorpresa è riuscita>> penso, quindi decido di non disturbare il loro momento. In un’altra stanza vedo una bambina guardare un cartone animato e la mamma che passeggia su e giù, busso, la bambina si mette a sedere sul letto e mi fanno cenno di entrare. <<Ciao! Io sono Sharon, educatrice del Sogno di Tommi ….>> Spiego loro chi sono, mostro il materiale che ho con me per un laboratorio creativo che accolgono con entusiasmo. Si presentano, la mamma è sollevata, è da sola senza nessuno che le possa dare un cambio, quindi approfitta della mia presenza per fare due passi. S. ha 6 anni, è entusiasta, mi racconta che le piace dipingere, che è un’artista e che le piace utilizzare tanti materiali diversi per creare dei collage, così in un grande cartellone, con tempere, brillantini e tanta fantasia S. dà libero sfogo alla sua creatività. Mentre dipinge mi racconta un po’ di sé, mi presenta i suoi peluches, mi spiega che si stava annoiando a guardare quel cartone animato perchè lo aveva già visto e quando la mamma ritorna nella stanza le mostra la sua creazione con entusiasmo. Lascio del materiale a S. per poter proseguire in altri lavori anche con la sua mamma. E’ un dispiacere andare via dopo un laboratorio e uno scambio intenso di emozioni, ma so di aver lasciato qualcosa di positivo in quella stanza e di portarne un pezzo con me. Nella stanza successiva c’è G. di 13 anni con i suoi genitori, intento a giocare ad un videogame. Ci siamo conosciuti la settimana scorsa, mi riconoscono e mi fanno cenno di entrare. Mi raccontano di aver trascorso diversi momenti a giocare con le attività dello “Scrigno delle storie” che avevo fatto conoscere loro, come il gioco “indovina col si e col no” e “abaco-zuzzurellone” in cui bisogna indovinare parole e oggetti a cui l’altra persona sta pensando. Propongo loro altre attività e giochi di parole come “tautogramma” e “lipogramma” per creare delle simpatiche storie buffe. Accolgono le proposte con entusiasmo, facciamo qualche manches insieme mentre mi raccontano le novità e G mi spiega che è felice, ma anche spaventato dall’intervento che dovrà affrontare a breve e che mi aspetta la prossima settimana per altre attività. Negli occhi della famiglia leggo il timore, ma anche la speranza, che porto con me quando esco dalla stanza e ci diamo appuntamento alla settimana successiva.
Ogni giorno, nelle stanze dei vari reparti dell’ospedale incontriamo famiglie e storie di vita ed ognuna è unica. Le emozioni ed i sentimenti che entrano in gioco sono tanti e diversi ed il lavoro di sostegno e stimolo attiva processi che si riversano, positivamente, in ogni ambito della vita.
In questo difficile anno, in cui a noi educatori e a tante altre figure non è possibile accedere nei reparti, Il Sogno di Tommi ha voluto esserci comunque: le mie colleghe ed io creiamo ogni settimana video You Tube, raccontiamo storie alla radio e dedichiamo un momento individuale ai bambini e ai ragazzi che ne hanno piacere, con laboratori a distanza in video-chiamata che permettono un contatto, che non sarà mai come quello in presenza, ma che permette percorsi, scambi e arricchimenti importanti. Perchè noi de Il Sogno di Tommi riteniamo che la cura della salute sia sostenuta dalla relazione e dal gioco, in una dimensione non medicalizzata che facilita i processi di elaborazione e sollecita l’attivazione delle risorse presenti per un percorso di cura che abbracci tutti gli aspetti in favore della salute e del benessere globale.
Sharon Amore, educatrice de Il Sogno di Tommi
Note: il racconto si rifà ad una giornata tipo, le iniziali dei bimbi e le età sono volutamente casuali per evidenti motivi di privacy
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