La storia di Istituto Oikos in Tanzania comincia sulle rotte migratorie degli elefanti nel parco nazionale del Tarangire, in quelle terre cotte dal sole appena sotto l’equatore.
Nel giugno del 1996, un gruppo di giovani zoologi che sognavano l’Africa raggiunge la Tanzania con un chiaro obiettivo in mente: applicare gli strumenti di gestione e monitoraggio della fauna alpina alla fauna selvatica africana. Durante lo studio abbiamo testato, per la prima volta in Africa, il sistema di radiocollari sugli elefanti. È stata un’operazione enorme, pericolosa e delicata, ma la abbiamo portata a termine con successo. Non solo: siamo anche riusciti a testimoniare il fenomeno del bracconaggio, pratica indiscriminata più che diffusa nel paese.
Non sai mai cosa aspettarti da un elefante: è un attimo, e può succedere di tutto. Le comunità locali lo sanno e, se da una parte li cacciano senza riserve, dall’altra li temono, molto più di noi. Al tempo stesso, la confidenza che hanno con loro è incredibile: durante uno dei monitoraggi, ricordo di aver sentito la terra tremare sotto i piedi. Mi sono voltata e ho visto due giganti scappare a più non posso da due bambini che battevano furiosamente le mani e pestavano i piedi come diavoletti impazziti. Dietro quell’aspetto placido e maestoso, gli elefanti nascondono un’indole imprevedibile. Osservare i loro comportamenti è un’esperienza che lascia senza fiato.
Nel corso degli anni Oikos si è specializzata in diversi ambiti di intervento: riqualificazione del territorio, monitoraggi faunistici, supporto ai piccoli agricoltori e pescatori nel Sud del mondo, promozione di energie rinnovabili, campagne di educazione ambientale per studenti e cittadini in Italia, in Europa e nei Paesi in via di sviluppo. Uno dei temi che ci sta più a cuore è l’empowerment femminile. Fin dagli inizi della nostra avventura in Tanzania, ci siamo impegnati per migliorare le condizioni di vita delle donne vulnerabili, prive di diritti, di capitale, di prospettive lavorative e di inclusione sociale.
Vent’anni fa, le donne del villaggio di Mkuru, situato nella regione di Arusha (nord della Tanzania) si dedicavano quasi esclusivamente ad una sola attività: il taglio degli alberi per la produzione di carbonella. Un giorno le abbiamo incontrate tutte per spiegare loro quanto questa pratica fosse dannosa per la loro salute e quella dell’ambiente. “Ma se vi aiutassimo a vendere i gioielli tradizionali Maasai, vi impegnereste ad abbondare questa attività?” abbiamo chiesto a cinquanta donne che ci guardavano incuriosite e un po’ spaesate. È bastata quell’unica frase, e cento mani tese hanno cominciato ad applaudire : “Ci siamo, ci siamo!”, gridavano, con un grande entusiasmo e desiderio di poter sperare in qualcosa.
Da quel giorno, tutti i giorni, collaboriamo con le donne delle comunità locali per aiutarle a costruire un futuro migliore, per se stesse e per le proprie famiglie. Oikos, convinta che la gestione attenta e sostenibile delle risorse ambientali sia alla base di qualunque processo di sviluppo, cerca di indicare loro le soluzioni più sostenibili per conciliare antiche tradizioni e valori con lo sviluppo socio-economico.
Avvio di piccole imprese sociali, corsi formazione professionale, campagne per i diritti delle donne e per il miglioramento della nutrizione. I modi sono tanti, ma l’obiettivo è uno: aiutare le donne a diventare indipendenti dal punto di vista economico e supportarle nell’affermazione del proprio ruolo come madri, figlie, imprenditrici, custodi dell’ambiente e promotrici del cambiamento.
www.istituto-oikos.org

Nessun Commento

Inserisci un commento