Quando penso al CErchio delle Abilità mi viene in mente una sola parola: RINASCITA.

Diventare genitore di un figlio con disabilità ti catapulta in un mondo che terrorizza, ti si blocca il respiro, ti senti perso.

La cosa che fa più paura non è la condizione in sé (almeno, io parlo di mia figlia e di me) ma il fatto di non sapere come poterla aiutare e del rischio, non sapendolo, di commettere errori imperdonabili e non riparabili.

La cosa di cui si ha più bisogno in quel momento è di qualcuno che non ti faccia sentire abbandonato ma che ti dica: “So che sarà dura, non sarà facile, ma sappi che non sarai solo ad affrontare tutto questo. Ti aiuteremo a trovare la strada giusta.”

Questo non succede. Quello che succede sempre è di entrare in uno standard di parole e azioni che quasi mai ti fanno sentire al sicuro.

Ed è proprio tra un iter e l’altro, dopo due anni di vita di Giada, trascorsi saltellando in ogni luogo,  con la speranza di ottenere presto delle risposte e con il respiro ancora bloccato, che abbiamo conosciuto il CErchio delle Abilità. Grazie al passaparola di una mamma.

2009/2023

È stato come poter aprire finalmente quella finestra che chiusa ci impediva di respirare.

Quattordici anni di lavoro instancabile, di Giada e di tutte le terapiste che abbiamo conosciuto. Un lavoro svolto con grande professionalità ed attenzione. Ricco di iniziative, con l’unico scopo di insegnare ai loro piccoli pazienti quante più autonomie possibili. Camminare, girarsi, rotolare, stare in equilibrio, mangiare, gattonare, saltare, manipolare, prendere, lasciare, lanciare, creare, colorare. Queste sono solo alcune delle azioni che Giada ha imparato grazie al CErchio.

Oggi, all’età di 17 anni, mette in pratica ogni giorno tutte le competenze acquisite.

Inoltre, entrando a far parte di quella grande famiglia, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere altri genitori che, come noi, avevano bisogno di essere guidati.

Un altro aspetto che ricorderemo con gioia è la dolcezza e la simpatia di ognuna delle terapiste, che hanno trattato Giada sempre con grande affetto, facendola sentire a proprio agio. E poi come dimenticare l’opportunità di mettersi alla prova con la lingua inglese. Era meraviglioso per me ascoltare Giada comunicare con loro sforzandosi di farlo nella loro lingua.

Mi piacerebbe davvero che una bella realtà come il CErchio delle Abilità venisse conosciuta da tutti. Perché mi piange il cuore al pensiero che là fuori ci possa essere qualcuno che potrebbe giovarne ma non sa della sua esistenza.

Nicosia Grazia

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