“È la mia prima volta in India, mi ritrovo qui dopo una virata a 360°.
Mi ritrovo in India dopo decisioni prese, dopo chiusure importanti, dopo tanta stanchezza accumulata.
Mi ritrovo in India dopo un incontro fortunato con Emanuela e in questo momento non vorrei essere da nessuna altra parte.
Mi sono ritrovata in India per la prima volta e sono qui per respirarla questa India, per sentirla sulla pelle, per ritrovarmela nelle corde più profonde di me.
Ho incrociato lo sguardo delle bambine che AFLIN sostiene, sono entrata nelle loro case, ho risposto ai loro sorrisi. Mi sono sentita in imbarazzo, spesso. Mi sono sentita di troppo e inadeguata, sempre. Le bambine hanno sogni, i loro genitori ci hanno rinunciato da tempo. Le bambine hanno una speranza, i loro genitori anche. I primi giorni mi è sembrato di essere qui a svuotare l’oceano con un secchiello piccolo piccolo ma poi ho capito che bisogna concentrarsi sulla singola storia, sulla singola bambina. La differenza la fa 1 che diventa +1 e poi +1 e poi +1 e poi +1 e poi ancora +1. Ed è su questo +1 che ho deciso di concentrarmi perché a quel +1 un po’ la vita si cambia.
Il sole intanto sta tramontando a Pushkar, fa freddo, molto freddo. Questa è l’ora della Puja e questo canto mi è ormai familiare, come lo sono i clacson, le voci, le mucche, i piatti super piccanti, gli occhi neri, i sorrisi, il profumo di incenso, il movimento della testa che tanto mi piace.
In questi giorni in India ho ricominciato a pensare, a sentire, a respirare. Questo posto ti costringe alla vita e non c’è niente di più bello.”
Da Valentina Novembre
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