“Quando nasci con una Paralisi Cerebrale Infantile, come me, la vita può essere davvero difficile.
Ogni singolo giorno può esserlo, in realtà. Quando, invece di andare a scuola come i tuoi coetanei, devi trascorrere molto tempo in ospedale e affrontare operazioni o lunghi giorni di riabilitazione, quando per muoverti puoi usare solo le stampelle, quando tanti giochi e momenti di divertimento dei tuoi amici a te sono preclusi. Eppure, non è così. Non è facile, certo, ma ora posso dire che c’è anche tanta gioia.
Per quanto possa sembrare impossibile, la Paralisi Cerebrale è la cosa migliore che potesse capitarmi. Mi ha fatto apprezzare le piccole cose, la bellezza. Ho capito che non bisogna rassegnarsi, ma affrontare la vita con coraggio e con il sorriso.
A farmelo capire è stata una Stella, la Stella di Fondazione Ariel, che ha iniziato a splendere nella mia vita l’8 ottobre del 2003 quando l’ho incontrata per la prima volta nel blocco operatorio e dell’ospedale Humanitas insieme al professor Nicola Portinaro. Fin da subito mi hanno aiutato a superare la paura, con tanto affetto,cura e attenzione, con tante idee sempre nuove e tante occasioni per ricordarmi quante potenzialità avevo e ho davanti a me.
Da allora sono passati 21 anni e di strada insieme ne abbiamo fatta tanta e abbiamo raggiunto tanti traguardi. Dopo dieci anni, sono riuscita ad abbandonare le stampelle e camminare da sola, ho persino iniziato ad andare in bicicletta e a prendere i mezzi pubblici da sola; ho completato gli studi e lavoro per uno studio commercialista; ho conosciuto tanti nuovi amici che sono al mio fianco da anni. Recentemente ho dovuto sottopormi a un ennesimo intervento e ho compreso che la sala operatoria spaventa anche “da grandi”, ma ho capito che insieme alle persone giuste si può affrontare tutto.
Insieme a Fondazione Ariel ho affrontato e superato tantissimi ostacoli e barriere, visibili e anche invisibili, che io e la mia famiglia abbiamo incontrato nel nostro percorso. Perché a volte ciò che spaventa di più non è un marciapiede sconnesso o uno scalino troppo alto, a volte ciò che spaventa sono le barriere che percepisci negli occhi delle persone o, ancora, dentro di te.
Fondazione Ariel lavora proprio per superare questi ostacoli, aiutando le famiglie a trovare le risposte ai mille dubbi e le domande dei genitori, sostenendo le mamme e i papà nelle difficoltà e fatiche quotidiane, aiutando i medici e i professionisti e restando al fianco dei bambini con disabilità, da quando sono piccoli a seguire con proposte e un sostegno personalizzato.
Da oltre 7 anni ho iniziato a collaborare con Fondazione Ariel anche come volontaria, per aiutare tanti altri bambini che come me devono affrontare la sfida della Paralisi Cerebrale, per rimettere in circolo l’energia, il coraggio e la forza che grazie ad Ariel e al suo sostegno ho trovato in me.
Per questo oggi scrivo anche queste righe per invitarvi a non lasciare soli tanti bambini. Perché so quanto sia importante non sentirsi soli in questa avventura.”
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