Stare nel verde è terapeutico, lo sappiamo. Curare le piante ci fa bene perché, mentre le curiamo, le piante si prendono a loro volta cura di noi.

Perdere i ricordi è, spesso, il primo passo di un cammino faticoso che porta alla perdita di sé. Ma in questo cammino, come Pollicino, possiamo trovare le briciole che ci riportano pezzetti di vita di come siamo stati, di piccole felicità che ancora abbiamo dentro.

Un fiore profumato, le foglie di un albero che cantano col vento, gli odori delle erbe aromatiche: sono le briciole che la Natura ci offre per ricostruire noi stessi. Curando le piante, riscoprendo gesti antichi, lenti e sequenziali, la memoria fragile ritrova il suo percorso dentro di sé.

Il FantaOrto è il progetto di Walter Vinci Onlus, associazione milanese che si occupa di prevenzione e sostegnodelle fragilità, per far incontrare memorie fragili e verde che cura. Lo scopo è quello di ricondurre queste attività in ambiti di comunità (orti sociali, scuole, spazi pubblici) in modo accessibile, adeguato e inclusivo, per garantire sia l’effetto benefico del giardinaggio terapeutico, sia l’interazione non solo con l’ambiente, ma anche e soprattutto con e tra le persone.

Il progetto nasce all’interno del focus su memorie fragili (patologie dementigene e Alzheimer) che l’associazione ha sviluppato dal 2015, in particolare con SonoraMente, proposte integrate di musicoterapia e canto corale. Nel primo semestre del 2022 ha sviluppato la prima fase sperimentale, presso gli Orti Sociali del Bosco in Città di Milano, dalla progettazione alla realizzazione del setting, alle vere e proprie attività laboratoriali. Questo ci ha consentito di individuare il percorso più funzionale e sostenibile per replicare il progetto anche in altri contesti e per un numero più ampio di utenti e caregiver.

Un gruppo di malati e i loro caregiver hanno frequentato l’orto dai primi di marzo ad oggi, settimanalmente. Per più di tre mesi hanno piantato, seminato, rinvasato, innaffiato, potato.

Mary ha raccolto fiori e li ha composti in mazzetti colorati e profumatissimi, Pao ha raccolto la camomilla per farne tisane per lei e i suoi gatti Willy e Filippo. Dainy ha spiegato a tutti come impostare la raccolta delle coste e dell’insalata che ci siamo mangiati per uno speciale thè delle cinque tutto in verde, mentre Bella ha raccontato le ricette che sua mamma preparava con le erbe aromatiche.

Chi entra nel FantaOrto vuole toccare la terra, vedere le piante che crescono, annusarle, sentirle, proteggerle. Sedersi sulla panchina a guardare il cielo, a sentire gli uccelli. Far salire l’acqua dalla pompa e lavare le foglie dell’insalata e le fragole, bagnarsi i vestiti e farli asciugare al sole. Mettere il cappello di paglia e sentirsi elegantissima come una signora inglese in mezzo alle sue rose. Chiacchierare e cantare a squarciagola “ravanei, remulass, barbabietul e spinass”! Sentirsi normale, una persona viva con tanta voglia di stare bene, perché – come ha scritto qualcuno – la malattia non toglie di mezzo la vita.

Ora siamo dunque pronti per aprire le porte del FantaOrto per un anno intero, qui dove siamo ora e là dove ci chiederanno di portarlo in futuro, per aiutare tante memorie fragili a stare ben e a sentirsi vive.

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