Oggi vogliamo presentarvi Irene.
Ha 93 anni e ama scrivere poesie.
Scrive i suoi versi per le persone che incontra e a cui le regala con gioia, anche se la vita non le ha sempre sorriso.
Si ricorda la guerra, la fame e il lavoro per altre persone che “quando da mangiare non ne avevi, non te ne davano”, ci dice Irene.
Si ricorda la passione infantile per il latte appena munto che malgrado fosse poco ogni volta divideva con le sue sorelle.
E si ricorda la malattia grazie alla quale iniziò a lavorare in ospedale.
Volevo stare in ospedale, perché la mia vita era l’ospedale. Era curare la gente, starle vicino, tirarle su il morale.
Era felice di assistere i malati, curarli e tirargli su il morale.
Una qualità ereditata dal padre che si prodigava nella cura della tubercolosi.
Si ricorda soprattutto quel giovanotto napoletano più grande di lei che un giorno capitò nel suo reparto e che divenne suo marito e da cui ha avuto due figli.
E poi si ricorda ancora i mille altri lavori, come la libreria aperta a Mirafiori e l’Archivio per gli invalidi civili.
Non si è mai persa di coraggio, Irene.
Anche quando quel bel giovanotto napoletano ha dovuto fermarsi e lei ha curato da sola per 26 anni.
Stando da soli si fa una vita piuttosto nera, mentre stando in compagnia invece si riesce fare anche qualcosa di utile insieme.
Tante volte mi sono trovata in difficoltà e ho sempre trovato delle persone che mi hanno assistito e dato la forza di continuare. Sempre.
Mai ho trovato persone che abbiano detto una parola per debilitarmi.
Quando con i suoi occhi azzurri sfoglia l’album dei ricordi Irene pensa che ha sempre prestato le sue gambe agli altri per assisterli e accompagnarli.
E adesso che quelle gambe si sono indebolite e consumate guarda il volto dei volontari e pensa che ora le sue gambe sono diventate i loro sorrisi.
Grazie ai mezzi di trasporto della CPD, da oltre 10 anni Irene può andare in tutti i posti che deve raggiungere per motivi di salute.
Per garantire questo servizio disponiamo di 7 mezzi attrezzati. Due di questi sono a fine vita. Dobbiamo sostituirli entro l’estate.
Dona ora e permetti ad Irene e ad altre 100 persone ogni settimana di utilizzare il servizio del trasporto solidale
Aiutaci anche tu a far sì che Irene abbia ancora delle gambe che la sostengano e delle braccia che la facciano sentire meno sola.
Aiuta Irene a poter continuare a muoversi e a sorridere!
Testo di Fabrizio Vespa – CPD Consulta
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