Testimonianza di una cooperante di Nutrizionisti senza Frontiere, appena rientrata dal Guatemala.
“Sono passate tre settimane da quando ho lasciato il Guatemala, dopo sei mesi di cooperazione si riparte dalla vita lasciata in Italia. Tre settimane di calma, dedicate a riflettere su come questa esperienza mi abbia trasformata. Quante volte da bambina mi sono sentita dire: “Mangia perché ci sono bambini che muoiono di fame”, mentre in TV passavano quotidianamente notizie e immagini sulle condizioni di miseria e malnutrizione che affliggevano la popolazione dei paesi in via di sviluppo. L’abitudine a tutto questo mi impediva di provare empatia per quelle persone che vedevo e sentivo solo attraverso uno schermo. Sono partita, perciò, con l’obbiettivo di sciogliere la corazza emozionale che mi ero creata col passare degli anni. Posso dire che in questi mesi ho raggiunto lo scopo che mi ero prefissata.
Con grande sorpresa, durante il mio soggiorno in Guatemala, non ho mai pianto a causa della tristezza ma piuttosto per rabbia prima e felicità poi; RABBIA nel vedere come la vita di quei bambini venisse condizionata dalle decisioni degli adulti, incapaci di controllare il proprio ego. Come adulta, mi sentivo responsabile del futuro di questi bambini ma impotente.
La rabbia ha però presto lasciato il posto alla FELICITÀ quando ho visto che bastavano il mio tempo e le mie energie per addolcire i momenti più bui di queste famiglie.
Non dimenticherò mai l’ultimo mio giorno di permanenza a Esquipulas; dopo mesi di lotta sono riuscita a consegnare alla madre MILVIA, una bambina separata dalla sua famiglia da ben 2 anni e mezzo. Il sorriso di MILVIA dice tutto.
Sì, ero partita con l’idea di togliermi la corazza ma non avrei mai immaginato di realizzare un sogno che avevo da bambina, del quale da tempo ormai mi ero dimenticata. Sono stata nella terra dei Maya. E non credo sia stata una coincidenza. Ho provato una connessione tra me e il popolo guatemalteco che faccio fatica a descrivere e che non ho sentito solo io. “Maria, è strano, ma sembra che tu sia una dei nostri, una vera chapina” è quello che mi sono sentita dire da una persona che mi conosceva da un paio di giorni. Queste parole ancora oggi mi fanno emozionare.
Dal Guatemala, inoltre, mi porto a casa una lezione di vita che non dimenticherò: sono stata a stretto contatto con la famiglia di LILIAN per due mesi e mezzo finché la piccola è guarita. Questa esperienza vissuta insieme a loro ha creato un forte legame di AMORE e, per ringraziarmi, la madre di LILIAN mi ha regalato un pollo vivo!! Con questo gesto mi ha insegnato che “il vero DONO si fa con quello che si ha e non con quello che ci avanza“. E sapete una cosa? Noi, volontari di NuSeF, facciamo proprio così con il nostro tempo e la nostra energia: due risorse limitate che decidiamo di donare agli altri.
Grazie Guatemala, a presto!
Maria
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