Un tavolino, 4 caffè, 4 donne, 8 occhi che si incontrano, 4 storie piene di vita.
Blu Alikè è nata così: un incontro di sguardi che si conoscono ma.. non abbastanza; di strade condivise ma.. non del tutto; di età differenti e vissuti diversi ma un unico comune denominatore: la voglia, la necessità di creare qualcosa che valesse e per cui valesse la pena di rischiare.
Rischiare di diventare imprenditrici, di lasciare la strada sicura, di perseguire i valori comuni, di sognare e farlo in grande: un Big Bang di emozioni, volontà, sogni.
Abbiamo dato un nome a questa esplosione: Blu Alikè.
Blu, perché é il colore del nostro elemento, necessario e fondamentale.
Ali, incrocio di Ale e Eli, allenatrici e co-fondatrici,
Alikè, dal greco antico, che significa “Creatura del Mare”.
Alcune persone lo pronunciano in inglese, ma non importa: alike in inglese é un avverbio che significa “ugualmente, nello stesso modo”, quindi il concetto rimane invariato.
Leggetelo come volete, qualunque sia il modo, tutto ha un senso.
Blu Alikè è un’associazione sportiva, una Onlus che si occupa di insegnare nuoto sincronizzato a persone con e senza disabilità.
Il nuoto sincronizzato è uno sport molto complesso perché racchiude in un’unica disciplina il nuoto, la danza, la ginnastica acrobatica e l’espressività del teatro.
È uno sport che si ‘impone’ perché non ci sono vie di fuga: per praticarlo devi impegnarti, faticare, conoscere il tuo corpo (anche a testa in giù) e saperlo controllare.
Pensare di poterlo proporre a ragazze con disabilità poteva sembrare una sfida molto difficile, pensare di avere una squadra integrata poteva sembrare addirittura utopistico.
Ma c’era qualcosa di più arduo: l’integrazione, che a Blu Alikè, doveva essere fatta “al contrario”.
Solitamente succede questo: i ragazzi con disabilità o vengono messi da parte o, quando fortunati, inseriti in gruppi chiusi.
Blu Alikè è la dimostrazione che non è sempre così: la prima stagione, nel 2014, è cominciata con 4 ragazze con la Sindrome di Down e il nostro obiettivo era quello di “aprirla” a persone senza disabilità.
Nella stagione in corso su 30 atlete iscritte, la metà sono ragazze senza disabilità: possiamo addirittura osare sostituendo la parola integrazione con quella di inclusione.
Perché genitori di ragazzi non disabili dovrebbero iscrivere i propri figli ad un’associazione di atleti con disabilità? Non abbiamo mai posto loro questa domanda ma abbiamo “respirato” la naturalezza della loro partecipazione, la condivisione e la gioia delle medaglie vinte ma anche di momenti difficili, come si fa in una grande famiglia.
Forse la risposta è che alla fine tutto è più semplice di come appare e che quelli che vengono visti come dei limiti da alcuni, per altri sono opportunità.
La stessa cosa viene vissuta “sul campo”, anzi diremmo sul “bordo vasca”, dove i nostri ragazzi/e si allenano insieme.
Non abbiamo mai procurato un manuale d’istruzione alle nostre atlete e a chi si iscrive: non crediamo possa esistere e pensiamo che quando si toccano le corde delle emozioni e dell’empatia non possano esserci dei Vademecum sentimentali.
I nostri ragazzi condividono le ore di allenamento con grande naturalezza e spontaneità, facendo amicizia, conoscendosi e rispettando le proprie identità.
C’è Giulia, una ragazza con la sindrome di Down, ammirata e invidiata da tutte le altre per la sua elasticità.
Maria Rita, campionessa italiana con disabilità che riesce ad attirare l’attenzione di tutti per la sua bravura.
Tommaso, il nostro “macho men’” che pretende gli auguri di tutta la squadra a ogni “mesiversario” con la sua fidanzata.
Livia, atleta della Nazionale Italiana FISDIR (Federazione Italiana Sport degli Intellettivo- Relazionali) che porta i colori della nostra Italia in giro per il Mondo, vincendo medaglie e realizzando i sogni più alti di ogni atleta.
Se dovessimo trovare la parola chiave di Blu Alikè sarebbe, probabilmente, la parola “atleta”: che siano con o senza disabilità i nostri ragazzi sono per prima cosa atleti di nuoto sincronizzato. Ognuno di loro ha degli obiettivi da raggiungere, un potenziale da far emergere, limiti da superare, ansia da controllare. Ognuno di loro sa che a Blu Alikè non è tollerato il pietismo, tantomeno il vittimismo.
Nel rispetto e nella conoscenza delle caratteristiche personali, le allenatrici e tutto lo Staff lavorano affinché questi limiti possano diventare un punto di partenza.
Abbiamo tra le mani un potente e infallibile strumento: lo sport.
Lo sport unisce, accomuna, insegna il rispetto per gli altri, compagni di squadra, allenatori e rivali sul campo.
Lo sport è impegno, fisico e mentale, sacrificio, organizzazione.
Lo sport ti insegna a perdere, ma soprattutto ti insegna a rialzarti e a ricominciare partendo proprio dagli errori commessi.
È per tutto questo che il nostro motto è una frase del fondatore delle Olimpiadi moderne:
“Tutti gli sport per tutta la gente”
Pierre de Coubertin
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