INSIEME PER CONTRASTARE GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS

Dal 24 marzo 2020 il Nepal, come quasi tutti i Paesi del mondo, è in quarantena totale per combattere il Covid-19 e i suoi drammatici effetti.

Questa situazione ha suscitato incertezza per tutti, ma soprattutto per le donne, una delle categorie più esposte e vulnerabili all’interno della società nepalese e in particolare nel mercato del lavoro. I tassi di disoccupazione sono aumentati velocemente in poche settimane, a causa della crisi economica generata dal virus. Molte donne, che avevano dovuto lottare per ottenere un lavoro, spesso molto umile e poco retribuito, ora lo stanno perdendo.

D’altra parte, il blocco forzato sta limitando il movimento delle persone, quindi le donne si trovano in una condizione di maggiore dipendenza dalla propria famiglia rispetto a prima, e spesso sono obbligate a rimanere in un contesto familiare violento per poter sostenere se stesse e i propri figli.

LA PRECARIETÀ DELLE PERSONE PIÙ FRAGILI

La nostra maggiore preoccupazione in questo momento riguarda le donne, e i loro figli, che rischiano di ricadere in quell’odiosa spirale di dipendenza, violenza e sopraffazione, come quelle che sono uscite recentemente da CASANepal o dalle altre strutture protette che gestiamo, e che faticano ancora a trovare un posto loro in società. Il timore è che non riescano a sostenersi nei prossimi mesi, dato che molte, quando è iniziato l’isolamento, avevano lavori ancora precari e si sono ritrovate d’un tratto senza alcuna remunerazione e con pochi risparmi su cui poter contare.

Scendere a nuovi compromessi per loro, in questo momento, è un pericolo concreto.

Le abbiamo contattate regolarmente dall’inizio della quarantena per capire di cosa avessero bisogno: è risultato ben presto evidente che tutte al momento hanno bisogno di contanti per affrontare le necessità quotidiane.

Per esempio M.T., una sopravvissuta alle violenze di genere che è rimasta a CASANepal per 6 mesi con le sue due figlie, si guadagnava da vivere lavorando nei cantieri, con una paga giornaliera. Da quando è iniziato il blocco non è stata in grado di andare al lavoro e di guadagnare il suo stipendio. Ora ha quasi finito i suoi risparmi e sta pianificando di tornare al suo villaggio a Sindhupalchowk con le sue due figlie. È un viaggio di due giorni da affrontare a piedi dato che non ci sono mezzi di trasporto pubblici!

Non sono però solo le donne sopravvissute alle violenze e che da poco si sono reinserite nel tessuto sociale ad avere problemi economici in questo momento. Anche le famiglie che sosteniamo con interventi di sostegno all’educazione si trovano in grande difficoltà. Sono nuclei familiari estremamente vulnerabili, che vivono da sempre ai margini della società e che a causa dell’emergenza medico-sanitaria che ha paralizzato il paese non riescono a soddisfare i loro bisogni primari.

COSA STIAMO FACENDO PER AFFRONTARE QUESTA EMERGENZA

Durante la prima fase di questa emergenza, abbiamo fortunatamente ricevuto un piccolo ma fondamentale sostegno da parte di uno dei nostri partner storici per poter aiutare i primi 27 nuclei mamma-bambino. Tuttavia, siamo fin da ora consapevoli che la seconda fase di gestione dell’emergenza non sarà meno difficile: i fondi ricevuti non basteranno a lungo.

Le richieste di aiuto continuano ad arrivare incessantemente ed anche i prossimi mesi non saranno facili per le donne uscite dalle violenze e per le famiglie più vulnerabili. È quindi fondamentale agire sin da ora per accompagnare le donne ed i loro figli nei lunghi mesi che ci aspettano appena il lock down sarà terminato. Apeiron ha deciso quindi di creare un fondo flessibile, in grado di aiutare concretamente le persone che ne avranno bisogno ad affrontare questa emergenza.

Le donne, o le famiglie, saranno individuate attraverso un rapido sondaggio telefonico da parte dello staff, la sovvenzione non avrà condizioni e sarà agilmente accessibile. L’unica condizione che verrà posta sarà quella di informare Apeiron su come verrà utilizzata la somma di denaro.

Ogni donna, anche come rappresentante della sua famiglia, riceverà una somma di 10.000 rupie (circa 80 euro) che potrà essere utilizzata per far fronte ai bisogni più impellenti, ad esempio per pagare le spese dell’affitto, le bollette, gli alimenti per sé e per i figli, le ricariche telefoniche per poter comunicare con la propria rete sociale, ma anche per ripagare dei debiti (spesso causati dai maltrattanti o dovuti all’assenza di un lavoro fisso), rimborsare dei prestiti o sostenere le spese scolastiche dei figli.

Ovviamente questo tipo di finanziamento non è efficace per tutte le sopravvissute alla violenza di genere e ai loro figli, e non può diventare l’unico mezzo di sostegno messo in campo nel tempo; tuttavia consentirà in questo momento a chi ha bisogno di assistenza immediata di avere un minimo di respiro e di affrontare la pandemia o altre situazioni di emergenza con un po’ più di serenità.

totale raccolta

1.088€

Apeiron ODV

Il sogno di Apeiron è quello di condividere un mondo dove donne e uomini abbiano pari dignità e opportunità.
Dal 1996 il nostro impegno quotidiano in Nepal mira a realizzare il nostro sogno, per fare la differenza, una vita alla volta.
Giorno dopo giorno, attraverso i nostri progetti di alfabetizzazione, formazione professionale e micro credito, le donne nepalesi diventano indipendenti e guardano il mondo con la dignità che merita ogni singolo individuo.

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