Era il 1˚ dicembre del 1995 quando, con un economista, un sociologo e un agronomo come me, ho firmato l’atto notarile. Non stavamo solo fondando un’organizzazione; davamo forma a una volontà comune: mettere le nostre competenze al servizio delle comunità per far sì che ogni persona in ogni luogo potesse vivere di risorse proprie, modificare politiche scorrette, lavorare per un mondo più equo e giusto. Questi erano gli obiettivi di Tamat, le linee guida delle sue azioni; e lo sono tutt’ora.

Abbiamo mosso i primi passi con il progetto di cooperazione internazionale allo sviluppo “Forno Perfetto” nel territorio di Mostar in Bosnia Herzegovina, in collaborazione con la Provincia di Ancona, Regione Marche e Governo Italiano. Una relazione proficua che ci ha regalato grandi soddisfazioni: una cooperativa di donne (l’Associazione “Dolina”, che significa “Valle”) ha preso forma e attualmente gestisce un panificio nel centro di Mostar.

Oggi siamo presenti in Africa, America Latina e Balcani, dove lavoriamo su sicurezza alimentare, agro-ecologia, parità di genere, autonomia economica ed emancipazione lavorativa attraverso il micro credito e la creazione di micro impresa. Le donne sono le beneficiarie dirette delle nostre azioni. Marisa, Arianna, Tamara, Kental, Shalama, Mercedes sono alcune delle agricoltrici con cui lavoriamo per creare sistemi economici, sociali e culturali resilienti, capaci di auto-(ri)generarsi e auto-sostenersi.

Lavoriamo per il dopodomani della Cooperazione allo sviluppo: un nuovo sistema che coniughi lo sviluppo delle comunità di base ed i contesti locali. Come in Burkina Faso, con il progetto RASA, ha avviato gruppi di acquisto comunitari a sostegno della “filiera corta” di produzione agricola e per facilitare ai più poveri del quartiere l’accesso al cibo buono, pulito e giusto; allo stesso modo a Perugia, – il progetto Social Start Ups – programma europeo Erasmus+ – ha creato un gruppo di acquisto solidale (G.A.S.) per avviare un’ impresa sociale finalizzata a ricostruire il legame tra città e campagna .
La Cooperazione internazionale ci aiuta a riflettere sull’interdipendenza fra persone culture, società; tra il Nord e il Sud del mondo; sull’evoluzione di fenomeni locali in globali e sugli effetti globali nelle azioni locali. Questo è riflettere su tutto ciò che ci lega al mondo e lo faremo all’interno del nostro Festival del Mondo Comune, un festival sulla cittadinanza globale a giugno 2018 in sette località della regione Umbria. Vi aspettiamo!

Patrizia Spada
Agronoma
Presidente
Tamat

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