E’ passato qualche mese da quando sul mio blog è comparso il banner dell’Associazione “1Caffè” e dal giorno in cui ho pubblicato il post dove campeggiava una grande tazza di caffè fumante. Da allora tanti amici e conoscenti mi hanno chiesto dell’associazione, in molti mi hanno scritto per sapere come fare a dare un aiuto concreto e il desiderio di saperne di più mi ha fatto capire che la strada intrapresa fosse quella giusta. Il ruolo del Web Volunteer è comunicare, trasmettere un messaggio chiaro, suscitare curiosità e se non si crede veramente a ciò che si scrive difficilmente si riuscirà nello scopo.
Siamo stati coinvolti
consapevoli che avremmo dedicato tempo e parole all’associazione, ci siamo ritrovati a condividere anche il cuore e a sentirci parte di una grande famiglia che pian piano vede crescere con orgoglio una parte di sé. Le dinamiche sono esattamente le stesse: la passione, l’impegno, la delusione quando non si riesce a trovare il tempo che si vorrebbe e la sensazione di aver fatto qualcosa di buono quando si ottiene un riscontro, che può essere anche solo il sorriso o l’approvazione di chi chiede informazioni e vuole conoscere le modalità per donare. E’ stato fatto davvero tanto e molto ancora dobbiamo realizzare, noi volontari al fianco dei soci, che 1caffè lo hanno visto nascere e crescere grazie anche a voi, a tutti i donatori che hanno compreso quanto importante sia un caffè, una colazione e un messaggio che dica semplicemente “ci siamo”.
Come avevo già avuto modo di spiegare, il nome dell’associazione trae origine dall’uso consueto a Napoli (da qualche anno anche nel resto d’Italia) di pagare caffè in più nei bar che saranno poi sorseggiati da ignoti avventori, il caffè offerto appunto. Un gesto semplice con una grande valenza sociale. Ed è proprio alla città di Napoli che il caffè mi rimanda, a quella piccola macchinetta da caffè napoletana tanto celebre soprattutto nelle opere con Eduardo De Filippo. Da piccola mio padre, grande appassionato del genere, mi ha fatto vedere un po’ tutto di questo grande attore e il monologo di “Questi Fantasmi” lo ricordo ancora bene ed ora ritrovo in quelle battute lo spirito della tazzina di caffè, non una qualunque, ma quella sorseggiata con il piacere di un rito, preparato con cura, con attesa e trepidazione. Lo stesso gesto che, in modo virtuale, vogliamo si ritrovi anche nelle donazioni, quotidiane e ricche della stessa gratificazione.
1 Commento