Conosco il mondo dell’autismo da non molto…ho visto anch’io quel film, che racconta di uno di loro, Ray man con Dustin Hoffman. Ma nonostante la bella storia per molti rimane comunque una sindrome poco conosciuta: il loro codice di comunicazione è “semplicemente” diverso dal nostro ma non è vero che non provano emozioni, sentimenti o che siano totalmente incapaci di relazioni e comunicazioni. Non è vero che sono indifferenti o pericolosi: faticano molto a gestire ”fluidamente” quel complesso mondo di emozioni, simboli, cognizioni e percezioni che caratterizza attimo dopo attimo il nostro esistere. Le persone con autismo desiderano avere un contatto con noi ma non dispongono delle abilità necessarie per riuscire a stabilirlo, e allora chi queste abilità le possiede deve costruire quei ponti attraverso i quali è possibile incontrarsi e condividere le esperienze della vita. Questa è la mia sfida…ma lo è anche di chi, prima e più di me, per dare un futuro ai suoi bambini , che oggi sono uomini, ha avuto il coraggio, di combattere con determinazione e costanza i pregiudizi su una malattia che spaventa per l’imprevedibilità dei comportamenti ma soprattutto perché la si conosce poco e …..quel che non si conosce sappiamo che fa paura! Ma gli ottimi risultati ottenuti dalle diverse esperienze di vita vera , dai camp estivi in una struttura pubblica al viaggio in Sicilia, dall’aiuto nella conduzione di un pattino dromo alla loro costante presenza nelle attività lavorative di un centro sportivo, ci danno la forza per continuare questa nostra avventura e di sostenere che la vera inclusione sociale è fatta di queste occasioni, che se giustamente valorizzate possono diventare volano per accrescere la loro autonomia lavorativa e per sperare in un futuro di vita indipendente.
E’ una sfida che richiede energia, tempo, impegno e dedizione ma che affrontiamo quotidianamente grazie a chi crede nel nostro progetto e perchè nonostante siano “ragazzoni” forti e che possano sembrare pericolosi, sono anche anime pure, intatte, spesso spaventate e indifese alla mercè di un mondo che, anzichè prendersene cura, li relega ad una vita chiusa, senza opportunità, segnata dalla nascita. Ma se riesci a stabilire un “contatto”, puoi solo rimanere affascinata dalla loro magia … dal loro “mondo”.
Non è semplice… ma grazie a chi fino ad oggi ci ha sostenuto, abbiamo costruito le fondamenta di un progetto e vogliamo ancora fantasticare, pensando e sperando che quel ponte tra noi e loro non diventi l’ennesima opera incompiuta figlia di funzionari pubblici e politici ottusi. Speriamo e vogliamo che questo progetto possa diventare il vero e giusto mezzo per concretizzare il desiderio di una solidale convivenza dove ogni pensiero diventa importante e i sentimenti scorrono liberi e sinceri.
La solitudine dell’abbandono non esisterebbe più.

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