Dopo 25 di lavoro come architetto di opere pubbliche in Italia, a 50 anni suonati ho deciso di dedicare la mia esperienza come volontaria nei paesi in via di sviluppo e in emergenza. Però, mi servivano le conoscenze per operare nel campo della cooperazione internazionale. A quel punto mi sono iscritta ad un Master all’Università di Architettura di Venezia in Urban Development and Reconstruction. E’ stato un mettermi in gioco non da poco: seguire corsi in inglese con compagni che potevano essere i miei figli… Ma è stata la più bella esperienza della mia vita.
Dopo la laurea ho cominciato a lavorare nei contesti di emergenza: Uzbekistan, Haiti e Emilia Romagna dopo il terremoto. Una adrenalina scorreva nel mio sangue: alla sera ero stanca da morire ma felice.
Da lì a fondare una Onlus che operasse nei contesti di emergenza il passo è stato breve. Nel 2012, con alcuni amici, ho dato vita a Kito Onlus: una Organizzazione no profit che lavora in progetti di prevenzione e risposta all’emergenza. La scelta sul Sud Est Asia è stata dettata dal fatto che è l’area mondiale più soggetta a disastri naturali, peggiorati dal cambiamento climatico. Ho cominciato a progettare una unità sanitaria mobile energicamente auto sostenibile ed è stata spedita nelle Filippine. Poi Kito Onlus ha deciso di avviare anche programmi di training di prevenzione nelle aree più vulnerabili delle Filippine. Dopo il tifone Haiyan abbiamo ricostruito delle aule scolastiche e realizzato un progetto di cash for work.
Il mio sogno continua… Kito Onlus sta crescendo e sempre nuovi progetti vengono sviluppati in aiuto delle popolazioni più vulnerabili: donne e bambini.
E arrivare in una scuola distrutta come quella di Banilad nell’isola di Mindoro nelle Filippine ed essere ricevuta da 275 bambini con bandierine colorate con scritto “Welcome Paola” non ha prezzo: mi dà quella carica per continuare a dedicare il mio lavoro a Kito Onlus!
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